Le vicende legali tra Johnny Depp e Amber Heard, che sono costate all’attore il ruolo di Grindelwald in Animali Fantastici 3 e hanno scatenato quello che lui stesso definisce un boicottaggio da parte di Hollywood, proseguono.

Come noto, infatti, ci sono due processi per diffamazione in corso: uno nel Regno Unito e uno negli Stati Uniti. Nel 2018 Depp aveva fatto causa a Heard per la somma di 50 milioni di dollari per un articolo pubblicato dall’attrice sul Washington Post che, stando all’attore, gli sarebbe costato il ruolo di Jack Sparrow dal franchise di Pirati dei Caraibi. Il titolo: “Amber Heard: Ho parlato di violenza sessuale e ho fatto i conti con l’ira della nostra cultura. Serve un cambiamento”. Nella lettera aperta scritta per il Post, Heard sosteneva di essere diventata “una figura pubblica vittima di abuso domestico“. Pur senza fare nomi, era chiaro a chi l’attrice si stesse riferendo.

Ora un giudice ha dato a Depp il via libera alla causa di diffamazione. L’attrice aveva chiesto al tribunale di archiviare la causa, ma martedì la giudice Penney Azcarate della contea di Fairfax (Virginia) ha rigettato la richiesta perché basata sul semplice fatto che l’attore ha perso la causa di diffamazione intentata contro The Sun (e anche il ricorso). Azcarate ha sottolineato che le leggi sulla diffamazione in Virginia sono molto diverse da quelle nel Regno Unito, e che la dichiarazione di indipendenza e il primo emendamento della costituzione americana hanno notevoli differenze dalla Common Law inglese per quanto riguarda la libertà di espressione e la libertà di stampa.

“Il signor Depp è davvero grato per la decisione della Corte,” si è limitato a commentare Ben Chew, avvocato dell’attore. Il processo inizierà ad aprile dell’anno prossimo, a causa dei ritardi dovuti all’emergenza sanitaria.

Si tratta della seconda, piccola “vittoria” per Depp nel giro di due settimane: all’inizio del mese, infatti, un giudice di New York ha stabilito che l’attore potrà verificare se la sua ex moglie ha realmente donato in beneficenza una porzione dei 7 milioni di dollari ottenuti dal divorzio alla ACLU, come lei aveva annunciato che avrebbe fatto.

Fonte: People

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