Dopo aver vinto il Leone d’Oro al Festival di Venezia, Joker è finalmente uscito nelle sale di tutto il mondo e, tra controversie e ottimi incassi, sta raccogliendo reazioni da parte del pubblico e di personalità di vario tipo: la più recente è quella di Michael Moore, che sabato ha pubblicato su Facebook un lungo endorsement (dai toni decisamente politici) della pellicola di Todd Phillips.

Lo riportiamo nella nostra traduzione:

Mercoledì sera ho partecipato al New York Film Festival e ho assistito a un capolavoro cinematografico, il film che il mese scorso ha vinto il premio più importante al Festival di Venezia. Si chiama “Joker” – e tutto ciò che abbiamo sentito di questo film noi americani è che dovremmo temerlo e starne alla larga. Ci è stato detto che è violento, malato, moralmente corrotto – un’incitazione e una celebrazione dell’assassinio. Ci è stato detto che questo weekend la polizia sorveglierà le proiezioni per essere pronta a intervenire in caso di “problemi”. La nostra nazione è vittima di una profonda disperazione, la nostra costituzione è a pezzi, un pazzo maniaco del Queens ha accesso ai codici delle testate nucleari – ma per qualche motivo, dovremmo aver paura di questo film.

Suggerisco l’opposto: la nostra società sarebbe in un grande pericolo se il pubblico NON andasse a vedere questo film. Perché la storia che racconta e le problematiche che sottolinea sono così profonde, così necessarie, che se guardassimo da un’altra parte davanti a questa geniale opera d’arte perderemmo il dono dello specchio che ci sta offrendo. Sì, c’è un clown disturbato nel riflesso, ma non è da solo – noi siamo proprio lì, dietro di lui.

Joker non è un supereroe, un supercattivo o un cinecomic. Il film è ambientato nella Gotham City degli anni 70 o 80 – e il regista non ha cercato di mascherare la città oltre ciò che realmente è: New York City, il quartier generale del male puro: i ricchi che ci comandano, le banche e le corporazioni che serviamo, i media che ci indottrinano con una dieta quotidiana di “notizie” che pensano dovremmo assorbire. […] Mentre Joker esce al cinema, Joker Jr. siede ancora alla scrivania di John F. Kennedy nell’Ufficio ovale, quando si presenta al lavoro, sognando la prossima conquista e dissolutezza.

Ma questo film non è su Trump – è sull’America che ci ha consegnato Trump: l’America che pensa non sia necessario aiutare gli ultimi, i bisognosi. L’America dove gli schifosamente ricchi diventano ancor più ricchi e ancor più schifosi.

Eccetto che in questa storia viene posta una domanda molto scomoda: e se uno dei bisognosi decidesse di rispondere? E non intendo con una cartelletta raccogliendo le registrazioni al voto della gente. Le persone temono che questo film possa essere troppo vero o violento per loro. Davvero? Considerato tutto ciò che stiamo passando nella vita vera? Permettete che le scuole conducano “esercitazioni sulle sparatorie” con i vostri bambini, danneggiandoli permanentemente a livello emotivo e mostrando loro la vita che abbiamo creato per loro. Joker rende chiaro il fatto che non vogliamo realmente andare fino in fondo a tutto questo, o cercare di capire perché gli innocenti si trasformano in Joker quando non ce la fanno più. Nessuno si chiede come mai due ragazzi intellidenti hanno saltato la lezione alla quarta ora di Filosofia Francese al liceo di Columbine per andare ad assassinare 12 studenti e un insegnante. Chi oserebbe chiedere perché il figlio di un vicepresidente della General Electric sarebbe andato alla scuola di Sandy Hook per fare a pezzi 20 bambini di prima elementare? O perché il 53% delle donne caucasiche votano per il candidato presidente che, in una registrazione, rivelava il suo talento come predatore sessuale?

La paura e le reazioni a Joker sono un trucco. Qualcosa volto a distrarci per non farci vedere la violenza reale che fa a pezzi i nostri amici – 30 milioni di americani che non hanno l’assicurazione sanitaria è una vera e propria violenza. Milioni di donne abusate e di bambini che vivono nella paura sono una violenza. Infilare 59 studenti come sardine senza valore nelle classi di Detroit è una violenza.

Mentre i media e i notiziari si preparano alla prossima sparatoria, voi e i vostri vicini e i vostri compagni di lavoro siete già stati colpiti varie volte, colpiti al cuore delle vostre speranze e sogni. La vostra pensione è svanita da un pezzo. Siete indebitati per i prossimi 30 anni perché avete commesso il crimine di desiderare un’educazione. Avete addirittura pensato di non volere dei figli perché non volete metterli in un mondo che sta morendo, visto che nel giorno della loro nascita hanno già una condanna a morte da 20 anni per cambiamento climatico.

La violenza in Joker? Stop! La maggior parte della violenza nel film viene perpetrata nei confronti di Joker stesso, una persona che ha bisogno d’aiuto, qualcuno che cerca di sopravvivere ai margini di una società avida. Il suo crimine è il fatto di non poter ottenere aiuto. Il suo crimine è il fatto di essere una barzelletta per i ricchi e i famosi. Quando Joker decide che non ne può più… sì, vi sentirete pessimi. Non per via del (minimo) sangue sullo schermo, ma perché sotto sotto voi tifavate per lui – e gli onesti ringrazieranno il film per aver fatto provare loro un inedito desiderio – e non per quando cercherete l’uscita d’emergenza più vicina per salvare la vostra stessa vita, ma perché imparerete a resistere e combattere e a concentrare la vostra attenzione sul potere nonviolento che avete nelle vostre stesse mani ogni singolo giorno.

Grazie a Joaquin Phoenix, Todd Phillips, Warner Bros. e a tutti coloro che hanno fatto questo film importante in un momento importante della storia. Ho amato i numerosi omaggi di questo film a Taxi Driver, Network, Il Braccio Violento della Legge, Quel Pomeriggio di un Giorno da Cani. Da quanto tempo non vedevamo un film che aspirava al livello di Stanley Kubrick? Andate a vedere questo film. Portate gli adolescenti. Portate la vostra determinazione.

 

La sinossi ufficiale:

“Joker” del regista Todd Phillips è incentrato sulla figura dell’iconico villain, ed è uno standalone originale, diverso da qualsiasi altro film apparso sul grande schermo fino ad ora. L’esplorazione di Phillips su Arthur Fleck, interpretato in modo indimenticabile da Joaquin Phoenix, è quella di un uomo che lotta per trovare la sua strada in una società fratturata come Gotham. Durante il giorno lavora come pagliaccio, di notte si sforza di essere un comico di cabaret… ma scopre che lo zimbello sembra essere proprio lui. Intrappolato in un’esistenza ciclica sempre in bilico tra apatia e crudeltà, Arthur prenderà una decisione sbagliata che provocherà una reazione a catena di eventi, utili alla cruda analisi di questo personaggio.

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