Sono passati tre anni dall’ultima volta che abbiamo sentito parlare di The Kidnapping of Edgardo Mortara: da allora Steven Spielberg ha rinunciato a dirigere il film (e nel frattempo circolavano voci sulla possibilità che Luca Guadagnino prendesse il suo posto), ma oggi scopriamo che Marco Bellocchio ha iniziato a sviluppare un adattamento della vera storia del bambino ebreo rapito dal Vaticano.

Lo ha rivelato lo stesso regista a Repubblica in un’intervista online oggi. Il film, intitolato provvisoriamente La confessione, è basato su un soggetto di Bellocchio (a cui ha pensato durante il lockdown); alla sceneggiatura stanno lavorando Stefano Massini e Susanna Nicchiarelli, mentre la produzione sarà di IBCMovie e Kavac Film con Rai Cinema (lo stesso team di Il Traditore, per il quale il regista ha appena vinto il David di Donatello).

Nell’intervista Bellocchio spiega cosa lo ha ispirato a scegliere questa storia:

Ho letto anni fa un articolo su Edgardo, questo ragazzino ebreo portato via alla famiglia e che poi divenne cristiano e prete, ho comprato anche il libro di Messori che difende il Papa, ho pensato che la storia meritasse un film. Poi ho saputo che Spielberg aveva già questo progetto, era venuto in Italia per i sopralluoghi visitando la scuola dei catecumeni a Bologna, certo la sua sarebbe stata una versione inglesizzata della storia. L’anno scorso, ero negli Stati Uniti con Pierfrancesco Favino e ho scoperto che Spielberg aveva rinunciato al progetto non trovando l’attore ragazzino.

Il film non sarà basato sul libro Prigioniero del papa di David Kertzer (al contrario del progetto di Spielberg), ma sulle fonti dirette e gli atti processuali. Sarà una ricostruzione storica realizzata con la consulenza della storica Pina Todaro.

Un progetto che secondo Bellocchio farà discutere, come altri suoi film, e che avrà un approccio laico. Bellocchio parla dell’elemento che lo affascina di più, e dei protagonisti:

Il mistero della conversione. Ma non nel senso di Messori che dice che si era veramente convertito. Si parte dalla indubbia violenza terribile perpetrata verso un bambino e dovuta al fanatismo religioso, l’idea che in nome di una fede si potesse fare tutto. Non sarà possibile farlo ma si potrebbe immaginare il nostro Mortara che si ritira in Belgio e muore nel 40, avendo visto le croci uncinate, il nazismo, la nuova violenza contro il popolo ebraico

[…] I protagonisti saranno Edgardo, la famiglia, i genitori che tenteranno di riaverlo, il fratello Riccardo con cui si scontrerà spesso, il Papa. E l’ultimo inquisitore, Feletti: nel ‘59, con Bologna liberata dai piemontesi, è processato per il ratto, si salva perché solo un esecutore.

L’intenzione del regista è quella di coinvolgere attori italiani, con un Edgardo bambino e uno adolescente, e la sua speranza è che il budget non sia troppo alto anche se “vi sono delle scene madri”. Infine, racconta come sta visualizzando una scena che vorrebbe realizzare:

Il bambino, già in Vaticano, che sogna di schiodare Gesù dalla croce. L’immagine nasce dalla mia lunga esperienza del Cristo deposto, deposto morto e che poi risorge. Invece è come se Edgardo, figlio del popolo accusato di deicidio, sognasse di toglierlo dalla croce. Il bimbo racconta il sogno al Papa che quasi piange dalla gioia pensando: “L’ho conquistato”.

Vi terremo aggiornati!

 

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