La fiera delle illusioni è finalmente arrivato nelle sale italiane. Il nuovo film di Guillermo del Toro, che punta molto sull’aspetto visivo, è stato frutto di una lavorazione accurata e complessa. “Abbiamo praticamente fatto due film“, ha raccontato il regista in un’intervista a Variety.La prima parte, ambientata nella fiera, è piena di vapore, pioggia, fango e di tonalità rosse; la seconda, nella città, è asettica e fredda, immersa nella neve, piena di metallo, vetro e linee rette“.

Il regista si è poi soffermato sulle varie fasi della lavorazione, raccontando le sfide a cui è andato incontro coi suoi collaboratori. Ecco alcune delle curiosità emerse:

La costruzione del set

La pre-produzione è stata molto lunga. Tamara Deverell [la responsabile del production design] ha subito identificato la fiera come l’aspetto più difficile da realizzare. Il set era estremamente complicato: doveva funzionare sia per gli esterni sia per gli interni. Abbiamo fatto un’operazione quasi militare di ingegneria, trasformando il terreno per portare acqua, elettricità e vapore, perché volevo che il vapore salisse per tutto il tempo. Ogni ufficio della città è progettato come un vicolo. L’ufficio di Lilith [Cate Blanchett] è un vicolo, e tutto è dietro pannelli segreti: i nastri di registrazione, la cassaforte, l’uscita, sono tutti nascosti, come Lilith nasconde dei segreti.

Il lavoro sui costumi

I vestiti di Bradley Cooper [erano] vecchi e stracciati all’inizio. Man mano che poi lui diventa Stanton nella città, avevamo bisogno di dargli abiti immacolati, ma con cravatte davvero brutte, così che il pubblico dicesse: ‘Questo è ancora lo stesso tizio‘. Lilith ha bisogno di essere contenuta dai suoi vestiti, di essere quasi una silhouette nello spazio del suo ufficio. I costumi sono un’arte in via d’estinzione: solo uno o due posti al mondo fanno ancora cappelli di gran qualità. Luis Sequira [il responsabile] è andato a cercarli, e ha trovato anche vestiti autentici, al punto che alcune comparse non potevano stare sotto la pioggia perché il tessuto si sarebbe sfilacciato: indossavano vere camicie del 1936! Luis ed io volevamo che ogni personaggio fosse definito dal proprio guardaroba. Zeena [Tony Collette] doveva indossare abiti fluenti in verde e oro; è materna, terrena. Quelli di Clem [Willem Dafoe] sono marroni e in pelle.

L’importanza della colonna sonora

Nathan Johnson [il compositore] voleva usare quattro note per rappresentare Stan, perché è un uomo così vuoto che dovrebbe essere semplice, e poi costruirci sopra la sinfonia completa nella città. E, alla fine, le ultime quattro note che si sentono sono quelle stesse quattro note. La prima volta che Stan si avvicina a Molly [Rooney Mara] è sulla giostra. Ho chiesto a Nathan di comporre un tema musicale non d’amore, ma di speranza. Lo abbiamo chiamato Hope for the Future. Stan non si innamora mai di una donna, ma dell’idea. Nathan ed io eravamo d’accordo: dovevamo assolutamente evitare di usare musica carnevalesca o una colonna sonora noir e invece ricorrere ai corni e ai fiati solo quando appare Lilith.

La fiera delle illusioni – Nightmare Alley è uscito al cinema lo scorso 27 gennaio. Trovate tutte le informazioni sul film nella nostra scheda

FONTE – Variety

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