Il Dipartimento di Giustizia americano lo annuncerà ufficialmente nel corso della giornata, ma stando a quanto scritto da Deadline la questione pare ormai certa: la responsabilità dell’attacco di cyberwarfare ai computer della Sony che ha portato alla cancellazione dell’uscita di The Interview sarebbe proprio da imputare al regime nord coreano.

L’hack ha avuto inizio lo scorso 24 novembre e, fra la diffusione di documenti contenenti dati sensibili dei dipendenti e dei dirigenti e le minacce di attentati ai cinema che avrebbero deciso di proiettare la pellicola con Seth Rogen e James Franco, siamo arrivati al climax delle ore scorse, un grave atto di resa della libertà di espressione di fronte alle pretese di un collettivo noto come Guardians of Peace che però col concetto e ideale di pace hanno davvero ben poco a che fare.

Ed Royce, il Presidente del Comitato per gli Affari Esteri statunitense, ha detto ai microfoni della CNN che l’attacco era stato intrapreso “per volere di uno stato estero”. Royce ha anche specificato che la Corea del Nord ha sviluppato una notevole capacità in materia di terrorismo informatico concentrata in un’unità nota come Bureau 21.
Nel corso del pomeriggio (facciamo ovviamente riferimento al fuso orario USA, ndr.) David Muir di ABC News ha chiesto al Presidente Obama se le persone debbano stare lontane dai cinema nel corso della stagione natalizia. Questa la risposta di Obama:

L’attacco di cyberwarfare ai danni della Sony è estremamente serio. Stiamo investigando, lo stiamo prendendo molto seriamente. Saremo vigili: se noteremo qualcosa che reputeremo come una minaccia credibile avvertiremo i cittadini, ma per il momento posso raccomandare a tutti di andare al cinema.

 

FONTE: Deadline