L’Hollywood Foreign Press Association è stata messa sotto accusa da una giornalista norvegese che ha fatto ricorso all’antitrust dopo che la sua iscrizione all’associazione (composta da 87 corrispondenti stampa esteri di intrattenimento) è stata rifiutata per l’ennesima volta.

La giornalista d’intrattenimento scandinava Kjersti Flaa ha ingaggiato David Quinto (che per anni è stato avvocato dell’Academy) e ha deciso di denunciare l’HFPA e le sue pratiche giudicate degne di un cartello illegale. Tra le accuse leggiamo:

L’HFPA si impegna a proteggere la sua posizione di monopolio e i suoi benefit detassati che ha iniziato da adottare provvedimenti per escludere legalmente l’ingresso di nuovi membri che possano competere con i membri esistenti, sebbene questi abbiano tutti i requisiti per farlo.

Non ci sono standard o linee guida per soddisfare le porzioni soggettive del processo di richiesta, e le richieste rifiutate non hanno diritto replica o di appello.

La Flaa chiede quindi che venga proibito all’HFPA e ai suoi membri di competere illegalmente con i giornalisti della stampa estera che non fanno parte dell’associazione e risiedono nella California del Sud. Queste pratiche avrebbero reso negli anni l’HFPA una sorta di gruppo ristrettissimo e ben poco diversificato:

I membri dell’HFPA non ammettono nell’associazione nessuno che possa anche solo lontanamente competere con un membro esistente, vendendo articoli alle stesse pubblicazioni o anche a pubblicazioni che competono con le loro. Questo ha fatto sì che l’età media dei membri sia cresciuta a dismisura. […] Solo metà dei membri dell’HFPA sono considerati veramente “attivi”, l’altra metà o fa il minimo sindacale per mantenere il proprio stato attivo, oppure sono esentati dal rispettare i requisiti minimi per virtù o età raggiunta. Gli 87 membri dell’HFPA, ciascuno dei quali può votare i vincitori dei Golden Globe Award, includono 5 membri ultranovantenni, cinque membri ultraottantenni e numerosi membri ultrasettantenni.

La vicenda probabilmente andrà per le lunghe. L’HFPA ha infatti replicato seccamente alle accuse, spiegando che Flaa pretende di essere inclusa nell’associazione senza attendere la conclusione del tradizionale processo elettivo annuale. “L’HFPA si rifiuta di pagare un riscatto, e replica alla signora Flaa che l’iscrizione all’associazione non si ottiene attraverso l’intimidazione. Ora si è rivolta alla corte chiedendo di essere automaticamente accettata nel gruppo, oltre che le vengano pagati dei danni. […] L’HFPA prende seriamente i propri obblighi come organizzazione, e il proprio impegno nel giornalismo estero e nella filantropia, e si difenderà strenuamente contro queste accuse infondate.”

Fonte: Variety

 

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