Fili, Kili, Oin, Gloin, Dwalin, Balin, Bifur, Bofur, Bombur, Dori, Nori, Ori, Thorin.

Con Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato Peter Jackson ha proposto al pubblico una simpatica e variegata compagnia di 13 nani, guidata dal capo Thorin Scudodiquercia. Con il tempo, e nello specifico con La Battaglia delle Cinque Armate, il ruolo della compagnia ha assunto sempre meno rilevanza.

È quello di cui Lindsay Ellis ha discusso con John Callen, interprete di Oin, in occasione della realizzazione di un documentario incentrato su “cosa è andato storto con la trilogia di Lo Hobbit“. L’attore ha ammesso in effetti un certo malcontento per il trattamento riservato ai nani:

Anche se eravamo nel cast principale, a un certo abbiamo cominciato a sentirci come le comparse più pagate al mondo. Lo studio aveva detto: “Sì, questi nani hanno ragione, ma le vere storie sono la battaglia tra Thorin e gli orchi malvagi, il rapporto tra Radagast e Gandalf e la ricerca di Galadriel”. Se lo studio puntava a quello, ci sono riusciti. Ma credo che si siano persi il cuore che avevamo portato all’inizio.

Secondo Callen, la ricerca del tesoro di Erebor, ma soprattutto la scoperta del “tesoro del loro popolo, della loro storia, della loro eredità“, avrebbe dovuto continuare a giocare un ruolo fondamentale:

Era quello che cercavamo, quello a cui puntavamo da attori e che gradualmente si è dissipato. Alla fine si è risolto tutto in una scazzottata con 5 eserciti giganteschi guidati dalla tecnologia.

Diretta da Peter Jackson, la trilogia dello Hobbit è arrivata al cinema nel 2012, nel 2013 e nel 2014.

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