Non erano le stesse immagini viste al Comic Con, cioè non erano scene fatte e finite, quelle mostrate al panel lucchese di Valerian, ma una presentazione di Luc Besson condita di backstage, più un collage ancora più ampio di momenti presi dalla realizzazione del film in cui si vedono costumi, scene, molto blue screen, attori truccati per il motion capture, pupazzoni alieni, cavi, effetti speciali, botte, vento sparato in faccia con il ventilatore, ancora cavi e i grandi studi della Citè del cinema di Parigi in cui questo filmone di fantascienza da 200 milioni di dollari (il budget più alto mai stanziato per un film francese) è stato girato.

Valerian, il primo adattamento ufficiale della serie a fumetti Valerian e Laureline, pubblicata dal 1967 al 2010 con le matite di Jean-Claude Mezieres e le storie di Pierre Christin, non ha ancora svelato davvero le sue carte eppure qualche indizio c’è.

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Il più forte di tutti è il fatto che sia stato ristampato apposta da Europa Corp. (la società di produzione di Luc Besson) il volume L’Ambasciatore delle Ombre, che racconta di una stazione orbitante nella galassia, creatasi nel corso dei secoli dall’aggregazione spontanea e casuale di razze aliene. Ognuna nel tempo ha portato pezzi e componenti dal proprio pianeta per costruirsi una zona utile a sé, dando vita ad un immenso mondo in cui convivono caoticamente razze, gravità, atmosfere e idee completamente differenti. In quella stazione orbitante Laureline cerca un disperso Valerian, scomparso assieme all’ambasciatore della Terra cui doveva fare da guardia del corpo.

Come già annunciato saranno Dane DeHaan e Cara Delevigne i protagonisti, il che già fa intuire che la storia si distaccherà da quella del volume a fumetti, in cui c’è praticamente solo Laureline. Quello che invece è evidente che sarà mantenuto è il luogo, questo miscuglio di razze differenti, incastrate senza ordine in un dedalo tecnologico i cui primi bozzetti (ovviamente supervisionati dallo stesso Mezieres), stanno tra Blade Runner e Il Quinto Elemento (a cui Mezieres aveva fatto da consulente).

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Quel che si è capito dalle clip è che con grande probabilità la storia del film, deviando da L’Ambasciatore delle Ombre, mostrerà anche l’attività principale di Valerian e Laureline, cioè essere degli agenti federali che viaggiano attraverso le dimensioni e il tempo per risolvere problemi.

Abbigliati come fossero usciti da Paura e Delirio a Las Vegas, poi con degli abiti eleganti, poi ancora con le loro tipiche tute spaziali, DeHann e Delevigne, sembrano esplorare diversi ambienti e contesti, tra cui alcuni da L’Ambasciatore Delle Ombre. La sinossi non è stata divulgata ma considerato anche il volume a fumetti, le speranze stanno in Laureline e i dubbi in Valerian.
La prima è un personaggio fortissimo, indipendente, cinico, disincantato, sveglio, sexy e cool, non propriamente il pane quotidiano di Besson, nonostante in carriera abbia dimostrato una passione per le donne forti (però troppo simili agli uomini). Il secondo invece è il classico eroe, nasceva quasi come una parodia degli eroi virili dei fumetti e Dane DeHaan non ha nulla di quel tipo, non gli somiglia né ha il fisique du role adatto per interpretarlo.

Con Valerian Besson vorrebbe probabilmente realizzare il progetto più grande della sua vita, ora che con Lucy ha guadagnato una credibilità grandissima presso i produttori (una che forse non troverà di nuovo in futuro), pensato per essere il calcio d’inizio di una saga, di cui il regista dice di avere già pronto il secondo capitolo, tarato su standard di fantascienza e fantasy che vanno molto bene al box office in questi anni e capace di attingere ad un repertorio non troppo originale. L’immaginario di Mezieres infatti già è stato ampiamente saccheggiato da Guerre Stellari e Blade Runner e quindi non ci suona nuovo, ma in armonia con tutto quel che sappiamo e siamo abituati a vedere e sentire della fantascienza.

Alla fine dell’evento un unico interrogativo davvero rimane, quanto il film si voglia e si possa permettere di riprendere lo spirito, l’ironia e l’atteggiamento scanzonato e molto lontano dalle logiche mainstream del fumetto. Un dettaglio che con un investimento come quello fatto per Valerian è difficile sia mantenuto intatto.

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