La saga di Mad Max è nata nel 1979 con un piccolo film indie, realizzato con appena 400.000 dollari australiani dall’allora esordiente George Miller (che poi incassò 100 milioni di dollari americano in tutto il mondo) e oggi nel 2022, dopo 4 film usciti nell’arco di 36 anni fra il 1979 e il 2015, siamo in trepidante attesa dell’arrivo nei cinema di Furiosa, il prequel di Fury Road previsto per il 24 maggio del 2024. Un segnale del fatto che quella concepita da George Miller è davvero una saga capace di catalizzare l’attenzione del pubblico, nonostante non si tratti del classico franchise basato su una qualche saga fumettistica o letteraria.

Nel corso delle attività stampa per la sua ultima fatica presentata qualche mese fa a Cannes, Tremila anni di attesa (LEGGI LA RECENSIONE), George Miller ha potuto riflettere proprio sulla duratura popolarità della sua creatura cinematografica.

George Miller ammette che, all’epoca, non era riuscito a comprendere subito perché il suo Mad Max (noto come Interceptor da noi) ebbe una così grande popolarità anche fuori dai confini australiani realizzando poi che alcuni elementi della storia potevano effettivamente avere presa sul pubblico internazionale:

Ho scoperto che più e più volte tutte le storie, anche i migliori documentari hanno una portata allegorica per certi versi. Se lo sono, significa che hanno una sorta di dimensione poetica e che vengono interpretati secondo ogni singola visione del mondo posseduta dalle persone che compongono il pubblico. Tutto ciò può variare: talvolta è qualcosa di collettivo, altre no. Sono arrivato a capirlo fin da quando ho cominciato a realizzare film.

Ed è accaduto fin dal primo Mad Max che pensavo essere indirizzato principalmente agli australiani. Rimasi alquanto sbalordito senza capire, per diverso tempo, perché avesse avuto successo in Giappone dove l’avevano visto come un film di samurai, o perché in Francia l’avessero accostato a un western americano su quattro ruote. In Scandinavia videro Max come come un solitario guerriero vichingo o norreno. Non avevo mai sentito parlare di Joseph Campbell e sapevo poco di Carl Jung. Poi ho capito che il film aveva avuto tutta questa presa sul pubblico non perché io fossi particolarmente intelligente. Era collegato a qualcosa d’inconscio. Ed è un meccanismo che si ripete da quel giorno. Fury Road sembra aver anticipato i tempi, ma in realtà era stato pensato per essere girato dieci anni prima. Eppure ci sono modalità di comportamento costanti nell’essere umano che sembrano amplificare certi aspetti. Sono meccanismi che non puoi innescare in maniera consapevole, a prescindere da quanto duramente provi a farlo. Ne sei certamente consapevole. Ma è una cosa che accade solo quando la storia è raccontata alle persone che iniziano a interpretarla o meno facendone quello che vogliono.

Ecco anche la sinossi di Furiosa:

Mentre il mondo cade, la giovane Furiosa viene rapita dal Luogo Verde delle Molte Madri e finisce nelle mani di un’orda di motociclisti condotti dal signore della guerra Dementus. Sfrecciando nelle terre desolate, si imbattono nella Citadella presieduta da Immortan Joe. Mentre i due tiranni entrano in guerra per il dominio, Furiosa deve sopravvivere ai tanti ostacoli mentre trova i mezzi per tornare a casa.

George Miller ha realizzato la sceneggiatura con il co-sceneggiatore di Mad Max: Fury Road Nico Lathouris. Sul set con Miller ci saranno lo scenografo Colin Gibson, la montatrice Margaret Sixel, il fonico Ben Osmo, la costumista Jenny Beavan e la truccatrice Lesley Vanderwalt, tutti vincitori dell’Oscar per Mad Max: Fury Road. Il direttore della fotografia è invece Simon Duggan (La battaglia di Hacksaw Ridge, Il grande Gatsby).

L’uscita di Furiosa è prevista per il 24 maggio 2024.

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FONTE: The AV Club

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