Tra le tante e immancabili classifiche di fine anno, è arrivata anche quella di Variety che ha chiesto a 20 registi di indicare, e motivare, il loro film preferito del 2022. Tra i nomi coinvolti, anche Andy Muschetti, regista del nuovo adattamento di It e del venturo The Flash, che ha citato Nope (LEGGI LA RECENSIONE), tessendo grandi lodi per il suo regista, Jordan Peele. Ecco le sue parole:

È piuttosto insolito che un regista utilizzi i temi del suo film per creare un gioco esperienziale con il pubblico. Questo è ciò che Jordan Peele fa così bene in Nope. La “dipendenza dallo spettacolo” non è solo un’idea sottintesa nella storia, ma soprattutto un esercizio di tensione molto intenzionale a cui sottopone gli spettatori.

Quando si assiste alla scena d’apertura in cui vediamo Gordy, lo scimpanzé, coperto di sangue e che si aggira per le conseguenze di un massacro; quando vediamo un “alieno” nell’ombra, che ci fissa dall’altra parte di un corridoio per quelle che sembrano ore; quando guardiamo il cielo notturno cercando di capire cosa diavolo si cela dietro le nuvole, NON RIUSCIAMO A STACCARE GLI OCCHI DALLO SCHERMO. È attraverso questi mini-spettacoli snervanti che sperimenterete visceralmente il tema del film nella vostra carne, anziché (o anche) comprenderlo razionalmente/emotivamente una volta visto il film.

Ma non solo per questo aspetto il film è piaciuto a Muschetti:

Altri due temi del film di Jordan sono lo sfruttamento insensato della natura e il trauma infantile. Mi ci è voluto un po’ per capire perché, nella scena d’apertura, la scarpa insanguinata di Mary Jo sta in piedi in un modo fisicamente impossibile, una delle immagini più potenti e surreali del film. Rivedendola una seconda volta, ho capito che la scarpa è in piedi perché è così che è esposta in una teca di vetro nel “Gordy’s Museum” di Jupe, decenni dopo. È quindi lecito supporre che la scena iniziale del film non sia un racconto oggettivo o un ricordo vivido di ciò che accadde quel giorno infame, ma molto probabilmente qualcosa filtrato attraverso gli occhi di un bambino che affronterà il trauma per il resto della sua vita.

Se non mi sbaglio su questa teoria, tanto di cappello a Jordan per l’ulteriore livello di magia nella narrazione. Non ne sarei sorpreso, perché Jordan è uno di quei registi che stimolano la mente degli spettatori chiedendo loro di mettere insieme i pezzi. E questo è un puzzle entusiasmante.

Vi ricordiamo che Nope è uscito al cinema la scorsa estate. Trovate tutte le informazioni sul film nella nostra scheda.

Cosa ne pensate delle parole di Andy Muschetti su Nope? Lasciate un commento!

FONTE: Variety

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