La Disney si contraddistingue per un’attenzione millimetrica ai contenuti delle sue opere, soprattutto nei canali dedicati ai più piccoli. Spesso è il pubblico stesso a ricercare e pretendere la cautela. All’arrivo di Disney+ ad esempio la piattaforma aveva limitato i propri contenuti proprio per assecondare la sua vocazione di piattaforma per famiglie. Con l’arrivo di Star il catalogo si è ampliato, ma solo con l’implementazione di importanti funzioni di protezione dei minori attivabili tramite pin. Ha fatto molto parlare anche l’aggiunta di disclaimer per contenuti ritenuti datati o offensivi. Sempre sul tema dei contenuti per famiglie, merita di essere citata nuovamente la polemica del bacio “non consensuale” a Biancaneve nell’attrazione di Disneyland che ha generato forti discussioni, in cui ha detto la sua anche Jim Shull, un direttore creativo esecutivo dei Walt Disney Imagineering.

Ma non è sempre stato così.

C’è stato un periodo in cui Disney Channel era gestito con maggiore flessibilità e talvolta poteva proporre una programmazione a dir poco sorprendente. Non accadeva spesso, ma in alcune serate poteva andare in onda una storia violenta rispetto agli standard di oggi del canale. Un film con rating di censura PG , ovvero con la visione per bambini accompagnati dai genitori.

 

 

Nel 1992 Disney Channel trasmise infatti il film Il salvataggio (The Rescue) ambientato in gran parte in un campo di prigione nordcoreano. Quattro Navy SEAL vengono catturati e imprigionati in una fortezza militare inaccessibile della Corea del Nord. Accusati di spionaggio gli uomini vengono condannati alla pena capitale (lo ricordiamo, siamo su Disney Channel!). Al loro soccorso andranno i rispettivi figli, capitanati da Max, il cui padre è l’ammiraglio a capo della missione. 

I ragazzi (e una ragazza) si infiltrano nel territorio nemico armati fino ai denti, e senza dirlo ai genitori, ovviamente. Rubano una barca, entrano nei confini stranieri, creano un diversivo e si intrufolano nell’edificio, liberano i prigionieri e fuggono sotto il fuoco nemico ritornando a casa sani e salvi.

Fine della trasmissione. Ritorna Topolino (più o meno).

Il salvataggio, come prevedibile, non è stato girato in Corea del Nord, ma in Nuova Zelanda. Nonostante questo resta discutibile il tipo di missione in cui sono coinvolti i protagonisti e l’uso delle armi da parte di minorenni. Oltre ovviamente ai contenuti violenti, al rischio di vita e alla rappresentazione di uccisioni… Il tutto nel campo di prigionia coreano.

Il film arrivò per breve tempo sugli schermi nel 1988, distribuito dalla Buena Vista Pictures (di proprietà Disney). Era un periodo in cui ancora non si era sviluppata la sensibilità sul tema delle sparatorie nelle scuole americane. Vedere dei minorenni maneggiare armi, sparare con un fucile, lanciare granate, combattere con il coltello faceva meno scalpore di oggi. Non si temeva l’emulazione.

Il salvataggio era un film destinato soprattutto al mercato home video che non ebbe particolare successo. Anche le recensioni furono tiepide. Non menzionarono il contenuto discutibile della storia. Non ci sono documentazioni che attestano eventuali proteste dei genitori dopo la messa in onda del film.

In quegli anni Disney Channel saltuariamente proponeva una programmazione che superasse il suo target di riferimento. Un altro esempio di questo tipo di film fu Goodbye, Miss 4th of July diretto da George Miller. Il film affronta le tematiche del razzismo, dell’immigrazione, mostrando anche i membri del Ku Klux Klan. Gli spettatori del canale, nel 1990, poterono vedere anche Il terzo uomo, capolavoro noir di Carol Reed con Orson Welles, ma anche Superman II e Star Wars.

Cosa ne pensate della particolare scelta di programmazione di Disney Channel? Fatecelo sapere nei commenti

Fonte: snopes

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