Dai giorni in cui è stato un giovanissimo attore, anzi un Mouseketeer, del Mickey Mouse Club a oggi in cui è diventato una delle star più popolari e amate, tanta acqua è proverbialmente passata sotto al ponte per Ryan Gosling.

Una carriera cinematografica, quella dell’attore, che è cominciata con un ruolo di supporto nel 2000 con Il sapore della vittoria e che ha poi visto l’effettivo salto di qualità nel 2004, quando Ryan Gosling è comparso di fianco a Rachel McAdams in Le pagine della nostra vita (The Notebook) lungometraggio del 2004 diretto da Nick Cassavetes e basato sull’omonimo romanzo di Nicholas Sparks.

In una recentissima intervista concessa a margine della diffusione del primo trailer del suo nuovo film, Babylon, il regista premio Oscar Damien Chazelle, che ha diretto Gosling in due pellicole, La la land e First Man, ha potuto lodare la maestria recitativa che, a suo modo di vedere, l’attore ha acquisito col passare degli anni.

In una certa maniera, si tratta della stessa cosa che si può dire di un sacco di grandi attori. Qualcosa che è fondamentale per l’arte della recitazione, in contrapposizione ad altre modalità di recitazione, ovvero quella capacità di comunicare un sacco di roba mentre sembra che l’attore stia facendo molto poco. È un’abilità che va indietro fino ai primi protagonisti del muto, se pensi a Chaplin o Rodolfo Valentino. C’è un ristretto manipolo di persone, non molte, davanti alle quali puoi semplicemente piazzare una macchina da presa ed ecco che la loro faccia è in grado di raccontare un’intera storia con un semplice, leggerissimo movimento della fronte, o delle sopracciglia o delle labbra o, addirittura, senza neanche muoversi. Solo mantenendo una certa espressione.

Poi prosegue:

Ryan è una di quelle poche persone davvero capaci di impiegare questa forma d’arte recitativa, è un maestro in tal senso. La recitazione, come forma d’arte, esiste da millenni, è una delle più vecchie in circolazione. Ma l’arte della recitazione cinematografica è ancora relativamente giovane e qualcosa d’intimamente specifico alla recitazione filmica è proprio possedere la facoltà di raccontare un’intera saga in un primo piano.

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FONTE: EW

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