A cura di Francesca Crescentini – www.tegamini.it

Dire bene che cosa sia S. di J. J. Abrams e Doug Dorst – un signore che insegna alla Texas State University che ha quasi vinto il PEN/Hemingway – non è proprio agevolissimo. E’ un romanzo d’avventura. E’ un mistero. E’ un’indagine su uno scrittore geniale, oscuro e inafferrabile. E’ una storia d’amore. E’ una super metafora. E’ una riflessione sul tempo, sull’identità e sul libero arbitrio. E’ il romanzo di un gigantesco rimpianto. E, più di tutto, è un oggetto strabiliante. E’ un libro che, se i libri li amate con passione, vi farà pensare che è arrivato il Natale e che al mondo rimane ancora qualcosa da inventare.

 

 

S., materialmente, è un cofanetto chiuso da una fasciotta adesiva. Da una parte c’è una scimmia e dall’altra c’è un veliero. Si va molto per mare e si seguono un sacco di scimmie antipatiche, in quello che state per leggere. Dentro al cofanetto c’è The Ship of Theseus, l’ultima opera dell’inafferrabile V. M. Straka, uno scrittore che nessuno ha mai visto, fotografato o incontrato. Sulla sua identità si specula da decenni.

 

Le sue imprese – sovversive e rivoluzionarie – sono al centro di teorie di ogni genere. Cospirazioni! Anarchia! Cadaveri ritrovati sulle spiagge di mezzo mondo con una pagina strappata in tasca! Efferati delitti! Lotta di classe! La copia di The Ship of Theseus che vi ritroverete in mano ha tutto l’aspetto di un libro della biblioteca. Vecchio. Giallognolo. Col talloncino. E pieno zeppo di annotazioni e pezzi di carta. E qui, partono gli evviva.

 

Alla storia raccontata da “Straka” – che comincia con uno sconosciuto che si sveglia in un porto scalcinato senza avere idea di chi sia e del perché sia lì – si sovrappone quella di due lettori, Eric e Jen, che vanno all’università nello stesso posto e che, senza saperlo, hanno molto da raccontarsi. I due baldi annotatori cominceranno a studiare il mistero di Straka – chi era veramente? Che dire di tutte le fantasiose ipotesi che circolano sul suo conto? Perché F. X. Caldeira, traduttore altrettanto evanescente, si diletta a farci conoscere la sua opinione con una valanga di note all’apparenza inopportune? Ma messer Straka, alla fin fine, che diamine sta cercando di dirci? – e, pagina dopo pagina, si ritroveranno a sgarbugliare anche il gomitolo delle proprie vite e dei propri fallimenti. Decifreranno codici, vaglieranno ipotesi, allagheranno seminterrati, si racconteranno un mucchio di balle, visiteranno il Brasile e Parigi, litigheranno col cuore in mano e tenteranno di sventare le malefatte di un duo di accademici – il viscido Moody e Illsa, la sua pupilla – disposti a tutto pur di prendersi il merito della scoperta dell’identità di Straka.

 

 

In questo libro ci sono velieri mostruosi – tenuti a galla da una ciurma fantasma dalla bocca cucita -, spietate corporation, esplosioni, caverne dipinte, isole di pietra aguzza e una donna inafferrabile. Ma c’è anche la quotidianità di due ragazzi che cercano di diplomarsi e di uscire a testa alta da un pasticcio sentimentale – nel caso di Jen – o di ritrovare il proprio posto nel mondo, quando ogni sogno accademico sembra ormai essersi infranto – nel caso di Eric. C’è una meticolosa ricostruzione storica di fatti mai accaduti. Ci sono le vite di una serie di “potenziali-Straka” e l’epopea di quella che somiglia parecchio a una società segreta, ancora viva, vegeta e parecchio bellicosa nel mondo di Eric e Jen. Ci sono le domande impossibili che ci facciamo tutti quanti, di fronte al tempo che passa.

S. è una meraviglia di costruzione narrativa, oltre che un oggetto bellissimo e originale. Nella miglior Abrams-tradizione, poi, S. crea dipendenza, scatena furie di ogni genere – non temete, continuerete a farvi domande – e spezza anche un po’ il cuore. E’ per lettori avventurosi, certo, perché tra prosa finto-pomposa, paesaggi onirici, note a margine che si inseguono tra freccette, stelline e inchiostrini diversi, bisogna sedersi belli comodi e concedere al libro la libertà di sballottarci e di confonderci. E’ un libro da lettori-pirati con gli occhi grandi, insomma. Ed è affascinante per davvero, dentro e fuori dai margini.

 


IL VIDEO-TOUR DEL LIBRO A CURA DI TEGAMINI