Fonte: Agis

 
Per una volta, l'entusiasmo degli addetti ai lavori è comprensibile. Infatti, il passaggio agli schermi digitali non solo consente al mercato dei film in 3D di prosperare (sperando che certe scelte non provochino un'inflazione di titoli di basso livello), ma consentirà anche ai distributori di limitare i costi per le pellicole, mentre gli esercenti potranno variare la loro offerta, aggiungendo (per esempio) importanti eventi sportivi e musicali (come è stato recentemente il concerto di Ligabue). Ecco il comunicato stampa dell'Agis:

 

Gli schermi digitali in Italia hanno superato quota 500. Oggi quasi tutti in 3D – scrive il Giornale dello Spettacolo – gli schermi digitali 2k erano una cinquantina a luglio 2008, diventati 180 a giugno del 2009, sono attualmente 504, numero peraltro in costante crescita. Tra le regioni in cui il digitale si è maggiormente diffuso, la Lombardia con 70 schermi, il Lazio (64), il Piemonte (45) e la Toscana (40). Con 31schermi, Roma è la città più digitalizzata, seguita da Milano con 18.   

“Al di là della pure importante cifra simbolica, il superamento della soglia dei 500 schermi digitalizzati – afferma Paolo Protti, presidente dell’Anec, associazione nazionale esercenti cinema – conferma che l’esercizio cinematografico italiano rimane l’elemento di punta di tutta l’industria audiovisiva e che l’Italia si sta muovendo molto bene nella diffusione dei sistemi di proiezione digitale. (…) La diffusione del digitale non è certo terminata e deve continuare  per arrivare al definitivo switch off in tempi rapidi, senza peraltro lasciare nessuno al ciglio della strada. Il cinema di oggi e ancor più quello di domani ha infatti bisogno di una grande varietà di prodotti, non solo cinematografici, e di una altrettanto ampia varietà di strutture pronte a diffonderlo”.

Carlo Bernaschi presidente dell’Anem, associazione nazionale esercenti multiplex, è convinto che “grazie al digitale anche le sale cittadine potranno trovare nuove strade e strategie, dalla possibilità di offrire una programmazione di qualità all’offerta di contenuti alternativi”. E’ quello che, infatti, pensa Mario Lorini, presidente della Fice, federazione italiana cinema d’essai, secondo il quale i numeri raggiunti sono dovuti essenzialmente all’atteggiamento imprenditoriale degli esercenti italiani. “Con il digitale – spiega Lorini – cambieranno anche le nostre sale, d’essai e di città, avranno una programmazione più elastica, sempre con la prevalenza di cinema di qualità, ma anche con l’offerta di contenuti alternativi”. Il presidente dei produttori Anica, Riccardo Tozzi, giudica estremamente interessante la velocità di trasformazione dell’esercizio italiano, “soprattutto, perché ciò avviene in base ad un accordo diretto tra le categorie dell’esercizio e della distribuzione, unico al mondo, che esclude terze parti. Il tax credit e una prassi esemplare da parte dell’industria sono le cause principali di questo importantissimo risultato”. E aggiunge alcune anticipazioni in veste di presidente Cattleya: “Già Una canzone per te, in uscita a fine maggio con 01, potrebbe avere in parte una distribuzione digitale, così come accadrà per i nostri film del 2011”. Previsioni ne fa anche Richard Borg, amministratore delegato di Universal, che per la fine del 2010 ritiene possibile la quota di 700 schermi digitali. “Con la conferma del tax credit per il 2011 – aggiunge – di questi tempi, l’anno prossimo, potremmo avere abbondantemente superato i mille schermi, avvicinandoci all’obiettivo della completa digitalizzazione dell’esercizio entro il 2012. La Universal ritiene possibile uscire a fine agosto con Shrek e vissero felici e contenti solo in digitale e in 3D, e  proprio da quel titolo inizieremo a sperimentare la distribuzione via satellite”.

Discutiamone nel Forum Supereroi