Mancano meno di due settimane allo scadere del contratto tra la WGA e l’Alliance of Motion Picture and Television Producers, e l’impressione è che difficilmente un accordo verrà raggiunto, rendendo molto concrete le possibilità di uno sciopero degli sceneggiatori.

A margine dell’annuncio dei dati trimestrali di Netflix, il co-CEO Ted Sarandos ha gettato benzina sul fuoco commentando che lo streamer non teme più di tanto i disagi di un eventuale sciopero. In queste settimane indiscrezioni riferiscono che, tra tutti i membri dell’associazione dei produttori, Netflix sia stata la meno propensa a fare concessioni durante le trattative, e che abbia gestito la cosa con la consapevolezza di avere una posizione dominante.

“Rispettiamo gli sceneggiatori e la WGA. Non saremmo qui senza di loro,” ha dichiarato Sarandos. “Non vogliamo uno sciopero. Se dovesse esserci – e vogliamo lavorare duramente per assicurarci di trovare un accordo giusto ed equo per evitarlo – abbiamo comunque un’ampia base di serie e film che provengono da tutto il mondo. Probabilmente potremmo continuare a servire i nostri membri meglio di molti altri”. Sarandos ha sottolineato il fatto che l’ultima volta che c’è stato uno sciopero, nel 2007/2008, le conseguenze sono state devastanti per i creatori e molto pesanti per l’industria: “È stato davvero pesante per l’economia locale che sostiene le produzioni. Ed è stato davvero brutto per i fan. Non vogliamo che succeda qualcosa di simile, ma dobbiamo fare dei piani se dovesse avvenire il peggio. Abbiamo un bel po’ di uscite che ci permetteranno di andare avanti per molto tempo, ma vorrei essere chiaro: siamo seduti al tavolo e cercheremo di trovare una soluzione equa per evitare uno sciopero.”

Netflix è l’unico streamer ad avere un’offerta veramente ricca di produzioni internazionali, alcune anche di grande successo (basti pensare a Squid Game), tutte realizzate all’estero quindi estranee alle regole contrattuali della WGA e degli altri sindacati americani. Ecco quindi spiegata la spavalderia delle dichiarazioni di Sarandos: è opinione comune che, se ci dovesse essere uno sciopero, potrebbe avere un impatto veramente dannoso per Netflix solo se durasse almeno sei mesi.

Netflix non è l’unico membro dell’AMPTP a essersi espresso recentemente sulla questione: qualche giorno fa David Zaslav di Warner Bros. Discovery ha detto che la sua azienda sta “facendo di tutto” per evitare uno sciopero, ma sta anche predisponendo dei piani nel caso le cose volgano per il peggio.

Vi terremo aggiornati!

Fonte: Deadline

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