Le trattative tra il sindacato degli sceneggiatori (Writers Guild of America) e i produttori (Alliance of Motion Picture and Television Producers) non sono andate a buon fine: a mezzanotte spaccata il contratto in essere è scaduto senza che siano stati trovati dei punti in comune, e gli sceneggiatori hanno indetto ufficialmente uno sciopero. È il primo sciopero della WGA dal celebre sciopero di 100 giorni che avvenne tra il 2007 e il 2008 e che costò moltissimo all’industria cinematografica e televisiva (si parla di 2 miliardi di dollari persi solo nell’area di Los Angeles a causa delle produzioni sospese).

La decisione è stata presa dopo sei settimane di negoziati tra gli sceneggiatori e un’organizzazione che rappresenta realtà che si occupano di produrre contenuti televisivi, cinematografici e streaming come Netflix, Amazon Studios, Apple Studios, Disney, Warner Bros. Discovery, NBC UNiversal, Paramount Pictures e Sony Pictures, ma tali trattative non hanno portato risultati concreti che gli sceneggiatori possano dire di aver trovato soddisfacenti. Nel comunicare lo sciopero, la WGA ha spiegato:

Il comportamento delle aziende ha creato un’economia basata su lavori occasionali all’interno di una forza lavoro sindacale, e la loro posizione inflessibile in queste trattative ha tradito l’impegno nello svalutare ulteriormente la professione di scrittore. Dal loro rifiuto di garantire un qualsiasi livello di occupazione settimanale nella televisione episodica, alla creazione di una “tariffa giornaliera” negli spettacoli di varietà comici, al loro ostruzionismo sul lavoro gratuito per gli sceneggiatori e sull’intelligenza artificiale per tutti gli sceneggiatori, hanno chiuso la porta al sindacato e aperto la porta a considerare la scrittura come una professione interamente freelance. Un accordo del genere non potrebbe mai essere contemplato dai membri di questo sindacato.

La WGA ha poi pubblicato i raffronti tra le proprie proposte e le controproposte degli studios (spesso dei semplici rifiuti), conteggiando poi che con le proprie proposte i circa 20,000 sceneggiatori iscritti al sindacato avrebbero ricevuto complessivamente un guadagno aggiuntivo di 429 milioni di dollari annui, mentre ne avrebbero ricevuti solo 86 milioni con le controproposte dell’AMPTP (di cui la metà di semplici aumenti dei minimi).

Ecco ciò che tutti gli sceneggiatori sanno: gli studios hanno distrutto questo settore. Hanno tolto così tanto alle persone, agli sceneggiatori, che sono quelli che li hanno resi ricchi. Ma ciò che non possono toglierci è l’unione, la nostra solidarietà, il nostro reciproco impegno nel salvarci e questa professione che amiamo. Avevamo sperato di farlo attraverso un dialogo ragionevole. Ora lo faremo attraverso la lotta. Per il bene del nostro presente e del nostro futuro, non ci è stata data altra scelta.

I picchetti fuori dagli studios inizieranno nel corso della giornata.

Sciopero degli sceneggiatori: le ultime novità

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