È l’Hollywood Reporter a rilanciare la vicenda della designer Suzy Rice, ingaggiata 40 anni fa per creare il logo di quella che sarebbe stata una delle saghe più famose della storia del cinema.

Rice era infatti una giovane designer presso la Seiniger Advertising quando fu avvicinata dalla 20th Century Fox per disegnare un logo promozionale per un film, allora sconosciuto, chiamato Star Wars. Poco dopo, Rice incontrò George Lucas, che aveva già scartato alcuni bozzetti che non lo convincevano. Negli uffici della Industrial Light & Magic, Lucas rivelò alla designer di volere “qualcosa che ricordasse il fascismo”, che fosse intimidatorio e che potesse essere in potenziale concorrenza con AT&T. La notte prima, Rice aveva letto un saggio proprio sui font utilizzati nella Germania nazista suggeriti da Joseph Goebbels per la propaganda del regime. Il nome del font scelto da Goebbels non è noto, ma si dice che abbia influenzato l’Helvetica dopo la caduta del nazismo. Come Rice ha svelato in un saggio del 2011, la sua scelta per il logo di Star Wars cadde sull’Helvetica Black. Lucas approvò il suo lavoro, e fece subito produrre delle brochure con l’iconica scritta. Più tardi, Rice venne informata che il regista aveva incluso il logo anche all’interno del film, ma con una piccola modifica sulla W di Wars. Come potete vedere qui sotto, la W della prima versione è diversa da quella che siamo abituati a vedere oggi nel materiale relativo al franchise.

Star Wars vecchio logo

Rice non è stata accreditata tra gli addetti ai lavori della saga se non in tempi recenti. Nel ’77, le venne detto che gli end credits del film erano già stati creati e che non era stato possibile includerla. La designer è stata menzionata per la prima volta dalla Lucasfilm nel 2005, all’interno dello Star Wars Poster Book.

Come abbastanza prevedibile, la notizia che Rice ha utilizzato un font a seguito di direttive di creare qualcosa di ispirazione fascista è riemersa dopo l’uscita di Rogue One: A Star Wars Story e ha dato vita ad alcune speculazioni politiche. Rice, tuttavia, ha suggerito di tenere ogni strumentalizzazione al di fuori della saga, esattamente come il CEO della Disney, Bob Iger, ha sostenuto che l’ultimo film del franchise non contiene messaggi politici. La designer ha ribadito che Lucas, in passato, le ha dato delle direttive seguendo delle scelte creative precise e mirate alla storia che voleva raccontare (con dei ribelli che, per l’appunto, si contrappongono a un regime totalitario) e che attualizzare quelle scelte creative alla scena politica contemporanea degli Stati Uniti è un esercizio fine a se stesso e senza scopo.

Fonte: Hollywood Reporter

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