Per il fandom di Star Wars, quello di Marcia Lucas è un nome che non ha bisogno d’introduzioni. Nata Marcia Lou Griffin è stata la prima moglie di George Lucas, i due si sono sposati nel 1969 e hanno poi divorziato nel 1983, ma è stata anche colei che, insieme a Paul Hirsch e Richard Chew, ha curato il montaggio di Guerre Stellari, il primo film della saga che poi, nel corso del tempo, è stato ribattezzato Star Wars: Episodio IV – Una nuova speranza.

Marcia Lucas è stata intervistata da  J.W. Rinzler (lo scrittore recentemente scomparso che tante volte ha collaborato con la Lucasfilm) per il libro di recente pubblicazione (via IndieWire) Howard Kazanjian: A Producer’s Life e, in un momento della chiacchierata avvenuta fra l’uscita de Gli ultimi Jedi e L’ascesa di Skywalker, ha espresso delle critiche decisamente dirette alla nuova gestione del franchise, specie verso Kathleen Kennedy e JJ Abrams:

Mi piace Kathleen. Mi è sempre piaciuta. È sempre stata piena di energia. Molto intelligente, molto brillante. Una donna davvero splendida. E ho sempre apprezzato anche suo marito Frank Marshall. Li ho sempre apprezzati entrambi. Ora c’è lei a capo della Lucasfilm, a fare i film, ma la mia impressione è che Kathy Kennedy e JJ Abrams non abbiano la più pallida idea di cosa sia Star Wars. Non lo capiscono. E poi c’è JJ che scrive queste storie – quando ho visto quel film in cui ammazzano Han Solo ero furiosa. Ero furiosa quando hanno ucciso Han Solo. Nella maniera più assoluta, non c’era davvero motivo per farlo. Ho pensato che non riuscissero a capire la storia Jedi, la magia di Star Wars. Ti sei liberato di Han Solo? E poi ecco che disintegrano Luke. Hanno ucciso Han Solo. E poi Luke Skywalker. E non hanno più la principessa Leia. E vogliono buttare fuori film ogni anno [strategia, questa, che è stata rivista già da diverso tempo, ndr.]. Senza aggiungere che, nella loro testa, è importante rivolgersi a un pubblico femminile ed ecco che il loro protagonista principale è una femmina, che dovrebbe avere dei poteri Jedi, solo che non sappiamo chi sia o perché li abbia. Fa schifo. Le linee narrative sono terribili. Terribili e pessime. Puoi riportare le mie parole… JJ Abrams, Kathy Kennedy, venite a parlare con me.

Va detto che, proprio in virtù del fatto che le dichiarazioni di Marcia Lucas sono state date prima dell’uscita di L’ascesa di Skywalker, si trattava di giorni in cui la spiegazione della storia di Rey non era ancora stata data. Sarebbe interessante sapere la sua opinione in merito al legame di parentela fra Rey e Sheev Palpatine.

Lo scorso maggio, intervistato in merito, anche lo stesso JJ Abrams ha ammesso che la mancanza di pianificazione della Nuova Trilogia di Star Wars non ha di certo aiutato il processo creativo e di esecuzione delle pellicole:

Sono stato coinvolto in un certo numero di progetti che – il più delle volte si è trattato di serie – che si basavano su delle idee iniziali grazie alle quali avevi l’impressione di sapere dove si sarebbe andato a parare, in poteva capitare che arrivava un nuovo attore o, talvolta, c’era una relazione che, così come era scritta, non funzionava a dovere, c’erano dei passaggi che pensavi sarebbero stati accolti bene, ma che invece poi sono andati in malora, altri per cui pensavi “Oh, vabbè, è solo un momento di poco conto” oppure “Questo è un personaggio da un episodio” che, improvvisamente, si sono trasformati in parti importantissime della storia. Mi pare di aver imparato una lezione, che è diventata anche più nitida in questo ultimo anno di pandemia al lavoro con degli scrittori: devi pianificare le cose al meglio che puoi in modo tale da riuscire a dare delle risposte a problematiche inaspettate. L’inaspettato può proporsi assumendo forme disparate e ritengo che non ci sia cosa più importante del sapere dove stai andando [con una storia, ndr.]. Ho lavorato a progetti in cui avevamo delle idee sulle quali non avevamo lavorato abbastanza e, altre volte, mi è capitato di avere delle idee che non mi è stato poi concesso sviluppare nella maniera che io e il mio team volevamo. Mi sono ritrovato in ogni genere di situazione: quelle in cui pianifichi qualcosa in una certa maniera e ti ritrovi a fare qualcosa di diametralmente opposto che può anche funzionare tanto da farti pensare “Wow, alla fine è venuto bene”, altre “Oh mio Dio, non riesco a credere che ci ritroviamo in questa situazione”, in cui le cose non funzionano per via di quello che hai pianificato e altre ancora perché proprio non avevi un piano all’inizio. Non puoi mai saperlo davvero, ma ho imparato, talvolta in modo tutt’altro che piacevole, che pianificare è fondamentale perché sennò non sai davvero cosa stai andando ad allestire. Non sai a cosa dare enfasi. Senza di ciò, ti ritrovi a essere bravo quanto la tua ultima scena, la tua ultima battuta o il tuo ultimo effetto speciale, quando invece il tuo scopo è quello di raccontare qualcosa d’inevitabile.

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