Martedì sera, proprio mentre si teneva il Board of Governors dell’Academy al quale non ha partecipato, Steven Spielberg ha rotto il silenzio sulla sua posizione nei confronti delle finestre distributive tra l’uscita cinematografica e lo streaming. Qualche tempo fa, infatti, il regista aveva fatto sapere di voler discutere del problema con i colleghi Governors dell’Academy, e si pensava avrebbe proposto un’aggiunta al regolamento degli Oscar per escludere dalla competizione i film lanciati simultaneamente in sala e online (come Roma di Alfonso Cuarón), cosa poi smentita.

Martedì, in una lettera al New York Times, Spielberg ha deciso di smorzare i toni pur tenendo il punto sulla sala cinematografica:

Voglio che le persone trovino l’intrattenimento che fa per loro nella forma o nella maniera che più li aggrada. Grande, piccolo schermo… quello che importa realmente per me è una grande storia, e tutti dovrebbero avere accesso alle grandi storie.

Tuttavia, sento che le persone debbano avere l’opportunità di lasciare la sicurezza e la familiarità della loro vita e andare in un posto dove possano sedersi in compagnia di altri e vivere un’esperienza collettiva – piangere insieme, ridere insieme, avere paura insieme sentendosi, alla fine, meno estranei l’un l’altro. Voglio che i cinema sopravvivano. Voglio che l’esperienza cinematografica abbia ancora importanza nella nostra cultura.

Secondo il Times, le recenti affermazioni di Spielberg sulla questione sarebbero state “gonfiate” dai media: la preoccupazione del regista non è relativa a Netflix, ma alla situazione generale di scontro tra le catene cinematografiche e i distributori. La sua speranza è che esercenti, studios e piattaforme streaming “si uniscano per salvare l’arte della sala cinematografica”. Solo qualche giorno fa il regista era stato visto cenare insieme a Ted Sarandos di Netflix al San Vincente Bungalows di Los Angeles.

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