Taika Waititi, al secolo Taika David Cohen, si è sempre autodefinito un “ebreo polinesiano”: suo padre apparteneva infatti alla tribù maori Te Whānau-ā-Apanui, mentre sua madre, Robin Cohen, era un’ebrea russa. Motivo per cui il filmmaker, uno dei più apprezzati a Hollywood e dintorni negli ultimi anni, sente molto da vicino il tema della rappresentazione nell’industria del cinema americana.

Una diversificazione che, a suo dire, non viene fatta in maniera adeguata, anzi. Per Taika Waititi tutto è guidato dal tokenismo più sterile.

Parlando di questo tema sulle pagine dell’Hollywood Reporter spiega:

Smettetela di chiederci cosa fare, come risolvere le cose, capito? Sono così stanco! Sono così stanco della conversazione sulla diversità, sull’inclusione, su tutte le conversazioni del genere. Tutti noi vogliamo solo lavorare e non dover venire a fare maledetti panel e discorsi nel bel mezzo della nostra giornata. Quello che sta succedendo è che stiamo confondendo tutto con l’idea che dobbiamo includere una persona di ogni razza, di ogni background, di ogni spettro dell’esperienza umana in ogni spettacolo o in ogni cosa che facciamo. Ma questa non è la realtà e non è qualcosa di autentico. Personalmente non sono cresciuto con un gruppo di amici in cui c’era qualcuno che rappresentava ogni gruppo etnico. Non so chi diavolo sia cresciuto in quel modo.

Poi aggiunge:

Vi chiedete perché non ci sono contenuti con indigeni? Ma è questa è la roba che ci state facendo fare. Ci fate venire qui a parlare del problema e dirci come risolverlo. Voi l’avete fo**uto, adesso lo sistemate. È come se ti entrassero in casa, ti rubassero tutte le tue cose e poi te la bruciassero per poi dire: ‘OK, dobbiamo parlarne. Costruite voi la dannata casa. L’avete bruciata voi. Io tornerò, e spero che questa volta la farete bene, e se non la farete bene, ci riproveremo.

Sulla necessità di “decolonizzare lo schermo” Taika Waititi dice:.

Non voglio vedere un solo personaggio polinesiano di facciata nella tua produzione. Quello che voglio vedere è una storia completamente controllata dai polinesiani, una storia polinesiana scritta e diretta da una persona polinesiana. Quando creiamo le nostre cose, non dateci uno showrunner bianco che ci spiega le regole e come fare le cose. Lasciateci scoprirlo da soli e trovare la struttura della storia nel nostro modo e sulla base della nostra esperienza. Con decolonizzare lo schermo, intendo semplicemente non renderlo così bianco.

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FONTE: The Hollywood Reporter

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