Sono stati consegnati mercoledì sera i premi del New York Film Critics Circle, che come noto hanno visto trionfare Tár di Todd Field come miglior film. Durante la serata di gala, numerosi vincitori sono saliti sul palco per ritirare i premi assegnati loro dalla prestigiosa associazione di critici Newyorkesi, tra cui Cate Blanchett, nominata migliore attrice protagonista, e Todd Solondz che ha consegnato il premio come miglior film d’esordio a Charlotte Wells per Aftersun.

Il momento più memorabile è stata però l’inattesa comparsa di Martin Scorsese, che ha voluto consegnare personalmente il premio al miglior film a Todd Field per Tár. Il grande regista ha quindi spiegato il motivo per cui ha apprezzato così tanto la pellicola vincitrice della Coppa Volpi a Venezia:

È tanto tempo ormai che vediamo film in grado di dirci in che direzione andranno a finire. Ci prendono per mano e, anche se sono film inquietanti, è come se ci confortassero sulla strada dicendoci che alla fine andrà tutto bene. È qualcosa di insidioso, perché ci si può abituare. Portando chi di noi era abituato al cinema di una volta a essere disperato nei confronti del futuro di questa forma d’arte, soprattutto se si pensa alle giovani generazioni.

Ma questo fino ad ora. Le nubi si sono squarciate quando ho visto il film di Todd, Tár. Ciò che hai fatto, Todd, è stato costruire un film che nella sua stessa trama non permette questo processo. Tutti gli aspetti del cinema e del film che hai utilizzato lo dimostrano. Il cambiamento nelle location, per esempio, il cambiamento stesso nelle location fa ciò che il cinema sa fare meglio: ridurre il tempo e lo spazio a ciò che sono, e cioè nulla.

Fai tutto ciò per permetterci di esistere nella sua testa. Sperimentiamo solo la sua percezione. Il mondo è lei. Il tempo, la cronologia, lo spazio… diventano la musica nella quale lei vive. E non sappiamo dove andrà a finire il film. Seguiamo semplicemente questo personaggio nel suo strano, sconvolgente percorso fino alla sua ancora più strana destinazione finale. Ora, ciò che hai fatto, Todd, è un vero esercizio acrobatico: tutto questo viene infatti raccontato con una strabiliante messinscena, attraverso angolazioni controllate, precise, pericolose, precipitose, e bordi cesellati quasi geometricamente in splendide composizioni di immagini in formato 2:3:5.

I limiti dello stesso formato, e la provocazione di piani sequenza molto misurati, riflettono la brutale architettura della sua anima, dell’anima di Tár.

Fonte: Indiewire

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