Frank Darabont, nel corso del tempo, si è specializzato nell’adattare, peraltro molto bene, i romanzi e i racconti di Stephen King, da Le ali della libertà a The Mist passando per Il miglio verde.

The Mist, uscito nel 2007 ottenendo un buon riscontro di critica e pubblico, viene ricordato anche per il suo finale che propone uno scenario differente, più dark e pessimista rispetto al romanzo di Stephen King.

La trama dell’opera letteraria di Stephen King (contenuta nella raccolta Scheletri) e del film è la seguente:

La piccola cittadina di Bridgton, Maine, viene improvvisamente avvolta da una fitta nebbia. Iniziano così ad accadere cose strane: creature bizzarre e pericolose si aggirano non viste per le strade, facendo scomparire alcuni degli abitanti. Il supermercato, che inizialmente appare come l’unico luogo di salvezza, si rivela una pericolosa prigione. Le persone che hanno cercato riparo lì, infatti, non sono minacciate soltanto dai mostri nascosti nella nebbia, ma anche dalla follia che il terrore claustrofobico fa nascere tra i rifugiati (via IBS).

Solo che appunto lì dove il racconto dello scrittore americano termina con un piccolo barlume di speranza, il film di The Mist chiude in maniera tanto amara quanto beffarda, per così dire.

E circa l’epilogo del suo The Mist Frank Darabont dice:

Amo i lieto fine come tutti. Sono soddisfacenti. Li capisco bene. Ma amo anche La notte dei morti viventi. Amo La cosa. Amo quei film che hanno il coraggio di sfidare il pubblico. A volte quello che decidi di fare non funziona e prendi le decisioni sbagliate anche se desideravi fare le cose per bene. La vita è così. Non c’è sempre un lieto fine, anzi, mi domando se l’assenza di happy end non sia più frequente. Quando Stephen King lesse la sceneggiatura gli dissi “Non lo finirò così se non vuoi”. Ma lui mi rispose “Abbiamo bisogno di film che osino far incazzare la gente, abbiamo bisogno di lungometraggi così”. Insomma, non doveva essere qualcosa di confezionato con un rassicurante nastro della Hallmark. Che poteva andar bene per Le ali della libertà dove vediamo robe davvero orribili, ma, alla fine c’è questo grande e caldo abbraccio, come in una cartolina Hallmark. E va bene così perché era una cosa richiesta da quel film. Ma se diventa la tua dieta quotidiana finisce per essere limitante perché non provi nient’altro a parte i cheeseburgers.

Qua sotto potete trovare il finale del film:

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FONTE: SlashFilm

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