Top Gun: Maverick, il kolossal della Paramount diretto da Joseph Kosinski e interpretato da Tom Cruise, è il film del momento per come sta mettendo tutti d’accordo, come apprezzamento critico e commerciale.

Nel terzo atto della pellicola, Tom Cruise e gli altri piloti di Top Gun: Maverick, dopo essersi precedentemente sfidati fra di loro, vengono messi alla prova con una missione in territorio nemico. Ospite al podcast di The Ringer, il regista Joseph Kosinski ha voluto spiegare perché i nemici affrontati nell’atto finale del lungometraggio siano, sostanzialmente, senza “volto”.

Si tratta di un film che ha a che fare con la competizione. Nella sua struttura, è più una specie di film di sport. Parla di amicizia e di sacrificio. Non ha a che fare con la geopolitica e non è mai stato quello il suo scopo. Pure il primo film, nonostante sia stato realizzato negli anni ottanta, aveva comunque a che fare con nemici senza volto e senza nome. Volevamo che la storia alla base fosse guidata dai personaggi, da Maverick che ha a che fare con tutte queste relazioni. Abbiamo progettato il film per avere a che fare con un potere senza volto e senza faccia e sono davvero contento di aver agito in questo modo perché il mondo cambia su base annuale. Abbiamo girato questo film nel 2018 e non avremmo mai e poi mai potuto anticipare lo stato odierno del mondo. La mia idea è che questo doveva essere un film che, se rivisto fra 20 anni, non doveva dare l’impressione di essere stato concepito a inizio 2020. Era questo il nostro scopo.

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