Dopo il lockdown e la lunga chiusura, i cinema di molti paesi stanno progressivamente riaprendo, con l’intenzione di far tornare operative la maggior parte delle sale entro metà luglio, in tempo per l’uscita di Mulan (24 luglio) e Tenet (31 luglio, il 3 agosto in Italia) e permettere al pubblico di tornare.

Sarà un processo lungo e complesso, una vera e propria maratona, che vedrà uniti produttori, distributori ed esercenti. Ed è in un intervento all’edizione virtuale di CineEurope che la presidente della distribuzione globale della disney, Cathleen Taff, ha sottolineato quanto sarà importante proporre film che convincano il pubblico a tornare in sala:

La vera sfida, per noi, come casa di produzione, è che dovranno esserci film per cui valga davvero la pena. Il pubblico vuole immergersi, quindi dovremo davvero essere convinti dei prodotti che proporremo per essere sicuri che gli spettatori vogliano andare al cinema. Devono essere storie immersive, il pubblico deve creare una connessione emotiva con i personaggi e poi avere un’esperienza comunitaria condivisa di cui parlare con gli amici, ridere e piangere. Il pubblico deve percepire quest’esperienza come straordinaria, e avere voglia di tornare ancora e ancora al cinema.

Penso che i segnali siano buoni, penso che gli spettatori vogliano tornare in sala. L’esperienza casalinga non è abbastanza. Le persone vogliono tornare al cinema, vivere del buon intrattenimento in un ambiente sicuro. Se saremo in grado di soddisfare tutte queste esigenze, il pubblico deciderà di tornare ancora e ancora.

Non sarà facile, ovviamente: i distributori e gli esercenti dovranno rivedere il concetto di “successo” per un certo periodo. Inizialmente non sarà la stessa cosa, quindi dobbiamo fissare le aspettative su obiettivi realistici, e la buona notizia è che ciò che che gli spettatori si aspettano di trovare quando torneranno in sala sono misure che sono già state implementate. Vogliono il distanziamento sociale, il disinfettante e i sanitizzanti, ma non vogliono che sia qualcosa di eccessivo.

Anche Steven O’Dell, presidente di Sony Pictures, la pensa così:

Nonostante i giganteschi televisori in casa, le persone vogliono uscire. Siamo animali sociali. Siamo fatti per socializzare e vivere esperienze condivise. È ciò che ci fanno fare i film.

Durante il lockdown le uscite in Premium Video On Demand hanno cancellato le finestre distributive, ma in un’intervista su Deadline il CEO della catena cinematografica Cinemark sostiene di non sentirsi minacciato dalla possibilità che gli studios d’ora in poi vogliano maggiore flessibilità in questo senso:

Non sono categorico. Fin da quando ho iniziato a lavorare in questo settore, ci sono sempre stati film che non uscivano in sala e arrivavano direttamente nelle case. Lavoravo alla Disney quando uscì Il Re Leone, era il 1994. Fu il maggiore incasso d’animazione di sempre. Il sequel, però, arrivò direttamente in home video. Aladdin, un altro grandissimo successo, ebbe un sequel in direct to video. Poi ci sono esempi come High School Musical: due film nati per Disney Channel, e poi il terzo che arrivò direttamente al cinema.

Nel mondo di oggi c’è lo streaming: ci saranno delle volte in cui gli studios penseranno a film solo per lo streaming, come la Disney faceva film per Disney Channel, o come fa la HBO.

Ma i grandi film, quelli che contano davvero, dovranno affidarsi al cinema. Si tratta di un giro d’affari da 40 miliardi di dollari d’incassi. L’anno scorso, in tutto il mondo, il cinema in sala ha generato 42 miliardi di dollari. In alcuni casi metà di questi soldi arriva dalla distribuzione internazionale. Non si può sperare di tagliare questa finestra e continuare a far funzionare il giro d’affari. Gli studios lo sanno. La Disney lo sa, la Warner lo sa, e penso che la Universal lo sappia per i suoi film importanti. Per questo Fast & Furious 9, Jurassic World: Dominion, Minions: The Rise of Gru usciranno prima al cinema.

Un’ultima cosa sulla situazione delle finestre distributive: le hanno create gli studios, e loro le apprezzano perché permette loro di promuovere ulteriormente e ottenere incassi aggiuntivi dalla finestra successiva. Si parte da quella che genera più introiti, che è quella cinematografica, e si scende. Il cinema inoltre crea anche valore per tutti i mercati ancillari. Basti pensare al noleggio: spesso chi noleggia un film lo ha già visto al cinema. Inoltre c’è il merchandising, i parchi a tema e così via. Il cinema è un motore che accende un fuoco. Non vedo come questo meccanismo possa cambiare. Ci saranno modifiche, soprattutto con film più piccoli che possono avere una finestra cinematografica più piccola. Possiamo accorciare le finestre di questi film? Possiamo parlarne con gli studios. Ma i grandi film non cambieranno.

#CinemaReloaded è un messaggio di ottimismo aperto a tutti per testimoniare, condividere e sostenere le iniziative di rilancio del cinema in sala. Scopri di più e aderisci sul sito Cinemareloaded.it

 

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