Una delle attrici, Sanchita Malik, sostiene difatti che diverse attrici, senza la preparazione necessaria e senza essere state avvisate per tempo, si siano ritrovate all’interno di una audizione collettiva, definita dagli addetti ai lavori “un esercizio collettivo”, volta a replicare in maniera simulata gli orrori di quanto accade a coloro che sono vittime del commercio di persone.
Malik sostiene difatti che gli attori, tutti già ingaggiati, abbiano dovuto alternativamente impersonare sia i carcerieri che gli assalitori delle ragazze senza che queste fossero state messe al corrente per tempo di dover mettere in scena sequenze estremamente violente. Il tutto, secondo Malik, si sarebbe svolto in maniera inappropriata e poco professionale, a tal punto da provocarle, in seguito, attacchi di panico.
I produttori di Trafficked, Conroy Kanter e Siddharth Kara, hanno seccamente respinto le rimostranze dell’attrice definendo le sue dichiarazioni fortemente fuorvianti.
L’Hollywood Reporter, nelle ultime ore, ha avuto modo di raggiungere parte delle altre attrici coinvolte nell’audizione al centro delle controversie. Coloro che hanno scelto di raccontare la loro esperienza hanno richiesto l’anonimato. Tutte, hanno spiegato di essere state coinvolte nell’audizione collettiva senza essere state informate preventivamente di dover rappresentare – insieme ad altri attori già presenti – varie sequenze volte a replicare l’orrore del traffico di esseri umani. Molte di loro hanno rivelato di aver riportato, a seguito di quell’esperienza, vari lividi e contusioni.
Siddharth Kara, produttrice e sceneggiatrice del film, è l’autrice di Sex Trafficking: Inside the Business of Modern Slavery e ha tenuto varie lezioni sul tema del traffico di esseri umani all’Università di Harvard. Proprio per questo, ha ottenuto che il film fosse proiettato anche presso la sede delle Nazioni Unite. Raggiunta dall’Hollywood Reporter, ha ribadito che il film vuole fare luce sul problema globale del traffico di persone, e ha ricordato di essere impegnata in prima linea contro gli abusi in tutto il mondo. Tuttavia la sua risposta ha profondamente deluso Malik, che ha ribadito:
Non c’entra assolutamente niente il voler lottare contro il traffico di esseri umani. Qui stiamo parlando solo e semplicemente delle modalità con le quali avete condotto i provini di questo film. Non c’era bisogno di sottoporre noi attrici a quel trattamento per farci capire cosa si prova a essere vittima del traffico di essere umani. La recitazione è proprio la capacità di ricreare un mondo, di immaginarlo. Ciò che è accaduto quel giorno è stato fortemente inappropriato.
Il film, girato con un budget ridotto, ha già avuto una limitata distribuzione nelle sale americane e ha raccolto critiche per lo più negative.
Fonte: Hollywood Reporter
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