Il fondatore e amministratore della Lucky Red, Andrea Occhipinti, ha rilasciato un’intervista a Vulture dove ha discusso le motivazioni che hanno portato la sua compagnia ad approvare la distribuzione di A Rainy Day in New York di Woody Allen che arriverà nei cinema italiani il 10 ottobre con il titolo di Un Giorno di Pioggia a New York.

Occhipinti spiega:

È un peccato che sia precluso al pubblico americano. La censura non è mai la risposta. Siamo tutti cresciuti e capaci di capire da soli cosa vada bene o meno per noi. Eravamo chiaramente consapevoli [della questione #MeTTo collegata ad Allen, ndr.]. Era una grande preoccupazione, ma, per quanto ne sappiamo, non è emerso nulla dalle accuse a lui rivolte. Allen non è stato perseguito legalmente. Per cui sì, era una preoccupazione, ma dato che non c’erano accuse contro di lui abbiamo deciso di distribuirlo come pianificato.

Occhipinti illustra anche quella che, secondo lui, è stata la “lettura italiana” della vicenda e il rapporto che lega il pubblico dello stivale alle opere del geniale autore:

In Italia è stata vista, più che altro, come una bega familiare. Da una parte Dylan, Mia e Ronan Farrow e, dall’altra, Woody e Moses Farrow che è sempre stato molto esplicito nel difendere a gran voce il padre. E chi sono io per giudicare chi ha ragione e chi torto? Allen è storicamente amatissimo dalle nostre parti. I suoi film hanno sempre avuto successo. La sua capacità di descrivere la natura umana col suo incredibile umorismo è apprezzatissima. Lo scorso giugno ero a Milano, in un teatro dove ha suonato con la sua band, e l’affetto delle persone verso di lui era palpabile. La mia lettura della faccenda è che per gli italiani lui sia vittima di un’ingiustizia.

Un Giorno di Pioggia a New York: Amazon restituisce i diritti americani del film a Woody Allen

Amazon Studios ha restituito al regista i diritti di distribuzione americani di Un Giorno di Pioggia a New York (la causa legale relativa alla rescissione del contratto di produzione da 80 milioni di dollari rimane in corso).

Ora il regista potrà scegliere un distributore per far uscire il film in patria. Ma quale compagnia vorrà portare in sala il film di un regista giudicato “tossico” in questo contesto post-#MeToo? Variety ritiene che la pellicola potrebbe far gola a piccoli distributori in cerca di contenuti per la loro library, e cita che un anno fa Vertical Entertainment ha portato in sala Billionaire Boys Club nonostante lo scandalo che ha coinvolto Kevin Spacey (uscito in 10 sale, il film ha raccolto poco meno di 300 dollari in due giorni).

Ovviamente la vicenda di Allen è molto più complessa, e in molti contestano la gogna mediatica in cui è stato messo nell’ultimo anno. Il regista ha ancora diversi partner internazionali dalla sua, non a caso è già al lavoro su un nuovo film in Spagna, finanziato da MediaPro.

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