Ospite di Francesco Alò per “Casa Alò”, Edoardo Falcone ci ha svelato come è nata la sua ultima pellicola, al cinema dal 17 Novembre, dall’idea originale al cast:

Il soggetto l’ho scritto con Martani. Io da anni avevo questo ronzio sul Canto di Natale e pensavo sarebbe stato bello farne una versione italiana. Questo da una parte. Dall’altra parte ci sono io che, nella mia vita normale, sono patito di Roma a livelli inquietanti. Io a casa ho molti più libri su Roma che sul cinema. E quindi mi è venuto in mente in qualche modo di unire queste due cose. Però non volevo fare un film di Natale. Uno perché avevo già dato con Io sono Babbo Natale. E poi perché nella romanità il Natale non è l’agrifoglio, quello un po’ inglese di Dickens. Mi è tornato in mente un mondo di fantasmi che girano per la città. Ho pensato: perché non prendere i fantasmi storici che girano ancora per la città?

Il risultato è un film che prende spunto da Dickens, ma inserendolo in un contesto tutto italiano, quello della Roma del 1829. Il protagonista, interpretato da Marco Giallini incontra alcuni fantasmi lungo il suo cammino, a partire da Beatrice Cenci. E ogni scelta è stata perfettamente ragionata.

C’è stata una riflessione. Siccome (i fantasmi ndr) dovevano guidarlo attraverso le tre fasi di presente, passato e futuro, mi servivano fantasmi che in qualche modo potessero essere collegati con questo discorso anche a livello di età. Quindi Beatrice Cenci, che è una povera ragazza che è morta quando aveva quindici, sedici anni, mi sembrava giusto.

Una storia affascinante e terribile quella di Beatrice, che potrete ascoltare narrata da Falcone nel corso della videointervista. Così come terribile è un altro dei fantasmi, quello di Mastro Titta, il penultimo boia di Roma, interpretato dal capo degli stunt. E ancora, troviamo Giuseppe Battiston senza barba che interpreta Alessandro VI e una splendida Anna Malvica che Falcone ci descrive come…

Un’attrice bravissima, tenerissima di ottant’anni che ha portato una ventata di entusiasmo sul set.

Il Principe di Roma presenta luoghi iconici della capitale, ma non è stato semplice girarlo, anzi.

C’è il Pantheon, piazza Navona, il ponte di Castel Sant’Angelo, piazza Lovatelli (…) È stato il film più difficile che ho fatto produttivamente. Ha piovuto quasi sempre, tempi ristretti. Poi c’era la questione che giravamo un film ambientato nel 1829 in un mondo che chiaramente è cambiato.

La cura per ogni dettaglio traspare dalle parole di Edoardo Falcone, compresa la colonna sonora e la presenza di una canzone dal titolo Tutte le notti in sogno, che il regista ci illustra:

Era una sorta di serenata dei primi del 1800 che si cantava per Roma. Anonima. Ed è una canzone bellissima però nel film si sente praticamente solo la prima strofa e il ritornello.

Non solo Il principe di Roma (ora al cinema), ma anche il suo lavoro come regista, il passato da sceneggiatore e la collaborazione con grandi nomi del cinema italiano. Tutto questo potete vederlo nella videointervista qui sotto:

Classifiche consigliate