BadTaste ha avuto il privilegio di chiacchierare con il regista di Clown Jon Watts, giovane nuovo filmmaker del panorama nordamericano passato per pubblicità e videoclip ma con una buona formazione accademica presso la New York University. Il regista nativo del Colorado, inseparabile dall’amico e collaboratore Christopher D. Ford, ha diretto un horror veramente niente male che esce in Italia prima che in ogni altra nazione del globo. E’ la parabola macabra di un padre che indossa un vestito da clown per far felice suo figlio e… non riesce più a toglierselo di dosso. E non solo. Il progetto nasce dal web. E da uno scherzo. E’ interpretato da Andy Powers (il padre), Laura Allen (la madre) e un divertentissimo Peter Stormare (il conoscitore della maledizione).

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Come sei arrivato al lungo Clown?

E’ tutto partito come uno scherzo. Con un mio caro amico facevamo dei video per YouTube che comprendevano brevi storielline oppure finti trailer. A un certo punto abbiamo pensato all’idea per un horror veramente disturbante dal titolo Clown. La storia di un padre che provava a fare il clown per il figlio per non rovinargli una festa meticolosamente preparata… ma che poi non riusciva a togliersi trucco e costume da pagliaccio dopo la fine del party. Due anni fa durante Halloween abbiamo deciso di realizzare un finto trailer del nostro finto film Clown. Devo ammettere che ci venne fuori piuttosto bene. Eravamo pronti a darlo in pasto ai nostri fan subscriber su YouTube ma a quel punto ci è venuta un’idea ancora più folle…

E cioè?

Di nascondere le nostre identità. Era venuto, almeno per noi, così bene e credibile che volevamo che arrivasse in rete come qualcosa di vero e non come un finto trailer. Allora ci siamo chiesti: “Chi può essere un regista abbinato al genere horror disturbante? Ma Eli Roth, ovviamente!”. Allora abbiamo deciso di identificarlo come regista del finto Clown attribuendo a noi due solo il ruolo di sceneggiatori. Abbiamo messo su YouTube il finto trailer dicendo a tutti: “Ehi ragazzi, questo è il film che abbiamo scritto e che tra poco uscirà nei cinema!”. Per noi il gioco doveva finire lì.

E invece?

Invece, nel giro di un giorno, mi chiama Eli Roth in persona e io penso: “Ecco che mi denuncia”. E invece lui fa: “Ragazzi quello che avete fatto è molto fico. Voglio produrvi Clown“. All’epoca vivevamo a New York e dunque abbiamo deciso di volare a Los Angeles per incontrare Eli. Devo dire che lui è stato formidabile. Abbiamo lavorato al soggetto e in pochissimo tempo abbiamo trovato i finanziatori e… abbiamo fatto il film! E’ stato veramente un sogno che si è realizzato.

Quanti anni hai Jon?

33…

Il progetto parte come uno scherzo ma il film che alla fine hai realizzato è tutt’altro che uno scherzo. C’è un nuovo mostro e c’è una nuova mitologia. Come avete lavorato su questi due aspetti?

Siamo partiti dalla consapevolezza che tutti hanno una strana paura del clown. La sfida drammaturgica è stata chiederci: “Perché questa paura?” e quindi poi provare a dare una risposta alla domanda. Le radici del clown come mostro ipotetico ci hanno portato ad analizzare, ad esempio, Santa Clause e il mito che c’è dietro. Può essere anche spaventoso se ci pensi e infatti è stato utilizzato in chiave horror più e più volte. L’idea era trovare le radici del nostro mostro Clown e quindi ecco un demone. Viveva nelle caverne tra le montagne e ogni inverno usciva dal letargo per mangiare i bambini dei villaggi sottostanti. Effettivamente filava.

E il costume?

Il costume non doveva essere, diciamo, generica magia. Il costume sono la pelle e i capelli effettivi del mostro. E non possono essere distrutti.clown

Il costume cambia con il passare dei minuti e diventa sempre più organico. Un’idea geniale. Chi l’ha avuta?

Abbiamo pensato che non ci dovesse essere il salto netto ma una leggera progressione. Ci siamo concentrati sul costume per lasciare all’eventuale sequel più dettagli fisici.

Parlami del cast. Come li hai trovati questi attori così bravi e divertenti?

Non volevamo essere “camp”. Non volevamo il classico cast da horror con icone riconoscibili. Abbiamo affrontato il casting come se dovessimo realizzare un dramma familiare. Se tu rimuovi ogni elemento sovrannaturale dalla storia ecco che avrai delle persone reali, in un contesto borghese reale con problemi familiari reali. Volevamo che il pubblico si affezionasse ai personaggi. Andy Powers nel ruolo del papà è adorabile e Peter Stormare è perfetto. Quando scrivevamo il film non immaginavamo nessun altro se non lui per quel ruolo.

Parlami dell’ambientazione della storia. Che America è l’America che volevate raccontare?

Prima di tutto: è un’America ricreata in Canada. L’idea era di disegnare una piacevole cittadina East Coast. Il papà è un bravo agente immobiliare e quindi lo vedremo girare di casa in casa. La famiglia protagonista non doveva avere alcun tipo di problema economico. La trasformazione da medio borghese perbene e simpatico a mostro doveva avvenire circondati da questo ambiente sereno e confortevole. All’inizio volevo ambientare il film in Colorado dove sono nato e cresciuto. Ma il Canada ci ha restituito perfettamente questo ambiente gentile da East Coast privilegiata.

Quali sono state le maggiori influenze cinematografiche?

Ci eravamo dati come obbligo quello di non vedere nessun horror che avesse a che fare con i clown. Non ho mai visto It, devo ammetterlo. Mia madre non mi ha mai permesso di godermi il Pennywise del film. Abbiamo più che altro visto film che avessero a che fare molto con trasformazioni disturbanti come La mosca di Cronenberg. Dal punto di vista delle trasformazioni adoro anche una saga sui lupi mannari come Ginger Snaps. Ci sono ottime mutazioni in quei film.

Clown è molto old school dal punto di vista dell’effettistica, vero?

Totalmente. Non abbiamo usato mai cgi se non per pochissimi tocchi. E’ tutto prostetico. Ho cercato di dare il massimo nella scena della trasformazione in macchina perché ho pensato che potesse essere originale. Anche perché il povero Andy mentre si trasforma… ha qualcuno dietro di lui che prova a strangolarlo nel sedile dietro!

C’è un’inquadratura del piede che spinge l’acceleratore mentre si trasforma così divertente…

E’ la mia mano! Abbiamo veramente esagerato con l’old school, forse. Quella è la mia mano che prova a fingersi il piede di Andy mentre si trasforma in una zampona da mostro!

E’ in arrivo una saga?

Magari. Quello che è interessante è che il costume… è indistruttibile. Chiunque metterà il costume addosso diventerà un mostro e abbiamo deciso che ogni clown avrà le caratteristiche di chi indossa il costume. Questo primo Clown è la storia di un brav’uomo interpretato alla grande da Andy Powers che cerca in tutti i modi di non diventare un mostro. Ma tu pensa se un criminale dovesse mettersi il costume… cosa succederebbe? Quindi abbiamo due alternative: le persone che indosseranno il costume e il tempo della storia. Abbiamo moltissime informazioni sulla mitologia del mostro che possiamo esplorare nei prossimi film. Il costume ha attraversato vere e proprie epoche. Anche questo è molto interessante. Abbiamo sempre pensato che questo primo film possa porre le fondamenta di una mitologia che poi potrà proseguire in tanti modi diversi… e folli. Questo primo film… è il nostro Alien!

Anche se sei ancora molto giovane… che tipo di regista pensi di essere?

Non lo so. Forse devo continuare a fare qualche film per capirlo.

Ti senti molto legato all’horror o sei pronto già a spaziare verso altri generi? Quanto sei ossessionato dall’horror?

Diciamo che… sono leggermente ossessionato dall’horror. Se proprio mi obblighi a definirmi… potrei dire che mi interessa trovare un po’ di horror… in qualunque cosa. Anche in una commedia familiare serena… può esserci dell’horror da qualche parte. Forse sono questo tipo di regista qui.

 

Clown sarà nei cinema italiani a partire dal 13 novembre.

Ecco la sinossi:

Il clown ha dato forfait e la festa per il decimo compleanno di Jack rischia di essere un disastro. Per fortuna Kent, il padre del bambino, trova un vecchio costume da clown e riesce a far tornare il sorriso al piccolo. Finiti i festeggiamenti Kent, esausto, si addormenta con il costume ancora addosso. Il giorno dopo, però, ogni tentativo di togliere trucco, parrucca e costume si rivela inutile: tira, strappa, usa strumenti elettrici, ma non riesce a toglierseli. In un primo momento l’uomo si rassegna a sopportare le strane occhiate della gente mentre va a lavoro vestito da clown; poi qualcosa inizia ad andare storto. Inizia a sentire uno strano cambiamento, è in preda a una fame violenta e incontrollabile e sente il costume fondersi con la sua stessa pelle. Kent, alla ricerca di un modo per liberarsi del costume maledetto, viene a sapere di una terribile leggenda ormai dimenticata. Oggi il clown è un personaggio buffo, ma un tempo il “Cloyne” era un demone che viveva fra i ghiacciai e scendeva nei villaggi per divorare un bambino al mese durante linverno. Nessuno si ricorda più del demone, ma quella pelle bianca e quel volto insanguinato sono ancora affamati…