Mercoledì, uscirà anche in Italia il nuovo thriller horror prodotto da Oren "Paranormal Activity" Peli Chernobyl Diaries, diretto dall'esordiente Brad Parker.

Il film è ambientato a Prypiat, desolata ed inquietante città in cui vivevano molti operai della centrale nucleare di Chernobyl, abbandonata in seguito al disastro del 1986. Per dare vita alla colonna sonora della pellicola, regista e produttore si sono affidati al talento di Diego Stocco, musicista, sound designer e "alchimista dei suoni" nato a Rovigo e trapiantato ormai da alcuni anni in California, dove la sua attività, la sua bravura e la sua professionalità sono state riconosciute in una maniera che, purtroppo, sarebbe stata impossibile nella paludata situazione in cui versa il nostro paese.

Del processo che ha dato forma allo score e del background lavorativo di Stocco abbiamo già avuto modo di parlarvi in questo articolo, ma ora, per stuzzicare ulteriormente il vostro interesse in vista dell'uscita del film il 20 giugno, vi proponiamo questa nostra intervista esclusiva realizzata direttamente con Diego Stocco. Un viaggio che si articola fra i videogame di Assassin's Creed, pellicole come Contagion e Immortals e l'ispirazione alla base della partitura minimale e emotiva.

Riesci a tirare fuori suoni e musica da oggetti quantomeno inusuali. Quello che mi chiedo è come decidi su cosa effettuare i tuoi “esperimenti” se così posso definirli?

Il più' delle volte è un processo casuale, mi trovo un oggetto di fronte, ne sento il suono e mi nasce l'ispirazione; oppure quando vedo uno strumento, anche se non ho padronanza della sua tecnica classica, provo comunque a suonarlo, magari miscelando tecniche esecutive diverse. Se ci fai caso oggetti e strumenti musicali sono la stessa cosa, quello che cambia è il livello di sofisticazione costruttiva, ma da un punto di vista musicale sono entrambi adatti a generare suoni.

Riguardando i tuoi video, tanto quelli in cui suoni un albero o la sabbia, quanto quelli in cui usi strumenti come il fence bass, mi sono ritrovato a mettere in parallelo le tue opere a una di quelle creature biomeccaniche tipo RoboCop, in cui l'elemento naturale e quello tecnologico coesistono. Una deriva geek probabilmente, ma quanto è importante la tecnologia nella tua attività artistica e di ricerca sonora?

E' un elemento importante, certi esperimenti sonori sono nati proprio dall'unione di un'idea, un elemento acustico e il processing digitale.

Cosa puoi dirci del tuo coinvolgimento per pellicole come Immortals e Contagion?

In Contagion non ho avuto un coinvolgimento diretto, alcuni dei miei suoni sono disponibili all'interno di uno dei più' famosi soft synth sul mercato, Omnisphere. Moltissimi compositori li usano nelle loro colonne sonore, nel caso però di Contagion un suono che ho creato e' stato utilizzato dal compositore Cliff Martinez in maniera molto identificabile, me ne sono accorto proprio vedendo il film.

Nel caso di Immortals ho invece collaborato direttamente con Trevor Morris, abbiamo discusso che tipo di suono ed ambienti cercava per quali scene, e poi ho iniziato a creare del materiale inedito che e' stato successivamente integrato nella colonna sonora.

Oltre all'ambito cinematografico, sei attivo anche in quello videoludico e ultimamente hai collaborato a due capitoli del franchise Ubisoft di Assassin's Creed. In cosa è consistito il tuo apporto?

Sono stato chiamato da Jesper Kyd come solista per quei due titoli, ho suonato il mio Experibass, Fence Bass e Barkcello, oltre ad altri strumenti e percussioni. In questo caso ho partecipato fin dall'inizio del processo compositivo, avendo modo di proporre elementi e parti musicali più strutturate che sono state usate anche come punto di partenza per lo sviluppo delle tracce finite.

Come cambia l'approccio creativo verso un film piuttosto che verso un videogame?

In un film si compone su scene di durata definita, in un videogame si compone per scene che si evolvono in base alle scelte del player, l'aspetto tematico e sonoro può anche essere simile, ma e' la struttura che cambia, deve rimanere flessibile nel caso dei videogiochi.

Chernobyl Diaries rappresenta il tuo esordio come compositore di musiche per il cinema. Come sei stato coinvolto nel progetto di Oren Peli?

E' stato il regista Brad Parker a notare uno dei miei video su YouTube, ha poi visto che avevo già esperienza con altri film, e ha deciso quindi di volermi come compositore. Inizialmente non sapevo che Oren fosse coinvolto, l'ho conosciuto quando sono andato nei loro studi per la prima volta.

L'ambientazione di Chernobyl Diaries è post-atomica nel senso letterale del termine. Come hai deciso lo stile da adottare per lo score?

Brad Parker mi ha voluto proprio perché il mio stile sonoro era già molto vicino a quello che cercavano, e quando ci siamo incontrati abbiamo discusso i dettagli per le varie scene. In alcune abbiamo deciso di rimanere totalmente sull'astratto, facendo in modo che la musica sembrasse quasi un'emanazione del luogo, in altre serviva più supporto emotivo e melodia, tutto sommato è una colonna sonora molto eterogenea.

Com'è stato collaborare con l'attuale guru dell'horror low budget, Oren Peli, e con il regista Brad Parker, anch'egli “esordiente” come te?

E' stata un'esperienza che ho apprezzato molto, sia Oren che Brad sono professionisti molto preparati con cui è stato facile condividere idee e scelte musicali, e ovviamente mi faceva molto piacere sentire il loro entusiasmo ogni volta che creavo un nuovo pezzo della colonna sonora.

Hai ricevuto richieste particolari da parte di Brad Parker e Oren Peli oppure hai avuto campo libero dal punto di vista creativo?

Circa la struttura della colonna sonora è stato un lavoro di squadra ovviamente, un film deve funzionare da sotto ogni punto di vista e anche la musica è un elemento che il regista e il produttore devono supervisionare. Ho invece avuto libertà' di scegliere come esprimere i vari passaggi, sia da un punto di vista melodico che strumentale. In generale mi hanno chiesto di stare molto sul minimale, cercando di far nascere i vari passaggi musicali in modo organico, senza perdere però il mordente necessario per le scene più intense. 

Cosa ne pensi di questa nuova ondata di horror/thriller low budget che, il più delle volte, si rivelano essere degli investimenti estremamente azzeccati? Apprezzi questo genere di pellicole?

I film low budget secondo me hanno un ruolo molto importante, proprio perché i low budget possono sperimentare meccanismi narrativi e registici diversi rispetto a film con budget più' elevati. Sono un fan dei film low budget e independenti, e non soltanto degli horror.

Che ci puoi dire dei tuoi progetti attuali e di quelli futuri?

Preferisco mantenere un pò di mistero, ma ho sempre un accetta e un lanciafiamme a portata di mano, non si sa mai quando c'e bisogno di bruciare un pianoforte!

 

 

Dal prossimo 8 luglio la colonna sonora di Chernobyl Diaries sarà disponibile per l'acquisto su tutte le principali piattaforme di e-commerce musicale.