A Torino nei giorni del TorinoFilmFestival, Paolo Del Brocco e Luigi Lo Nigro hanno presentato il listino 01 Distribution e i film Rai Cinema che vedremo tra inverno e primavera 2020 (con qualche annuncio di titoli che arriveranno anche l’anno prossimo ma sono già stati acquistati), e come accadde un anno fa, troviamo di nuovo Freaks Out di Gabriele Mainetti.

“E non sei contento?”, chiosa l’osservazione ironicamente Del Brocco…

Certo. Temo però che lo vedrò anche l’anno prossimo…

No no. Ti posso dire che l’abbiamo visto qualche giorno fa ed è bellissimo.

L’avete visto tutto? Completo?

Ha bisogno di tanto lavoro di effetti speciali. Sai se hai 50 milioni di budget li fai in tre mesi in America, in Italia con 12 milioni invece devi aspettare.

Quanto ancora durerà questa fase?

Non lo sappiamo di preciso perché le società di effetti speciali qui non sono tante e non lavorano solo a questo film. E questo è un film che non può uscire d’estate ovviamente.

Ma parliamo comunque di prima dell’estate o c’è rischio che scaliamo a dopo?

La data la sceglieremo quando saranno finiti gli effetti speciali. Le riprese sono terminate e il montaggio anche, queste sono difficoltà ahimè oggettive per chi fa un film del genere in Italia oggi.

Avrà la durata lunga tipica dei blockbuster americani moderni?

No guarda siamo sul paio d’ore, almeno la stesura di adesso eh. Girano tante voci strane su questo film…

E lo credo! C’è un grandissimo interesse e nessuna informazione, la combinazione perfetta perché prosperino le voci…

È vero che siamo più lunghi del previsto ma sono difficoltà tecniche oggettive, non è che è un film che ha avuto problemi. Mainetti ha girato tanto e quindi montato tanto per dover fare scelte importanti ma c’è arrivato e ora ci sono gli effetti speciali. Ormai ci siamo.

È solo un film complicato, quando lo vedrete lo capirete, è una roba importante, grossa, in costume con scenografie pazzesche e in più essendo questi personaggi gente che ha determinate “qualità” sono necessari effetti speciali per vederle queste qualità.

Secondo lei cambierà qualcosa questo film per il resto del cinema italiano?

Io non credo che sia tanto una questione di questo film. Il tema è la possibilità per il cinema italiano di fare film di questa portata. Abbiamo Pinocchio che, pur essendo diverso, ha il medesimo livello d’importanza, ma il problema è la possibilità di farli cioè avere investimenti importanti, idee e registi con un alto livello di creatività (cosa non così scontata) e poi sforzi produttivi e co-produzioni di un certo livello. Sono questi film che danno impulso a fare qualcosa di più coraggioso, pensare a un livello più alto che non necessariamente vuol dire pensare per l’estero (anche i film molto piccoli girano all’estero) ma avere il coraggio di pensare storie grosse e importanti che richiedano budget importanti. E non è che non siamo capaci ma semmai che oggettivamente è difficile fare film da 10 o 15 milioni in Italia. C’è di bello però che quando noi spendiamo quelle cifre il risultato pare un colossal americano che costa molto di più.

Mi disse un anno fa che non volevate iniziare a venderlo, perché contavate di venderlo meglio dopo. È ancora così?

Posto che il venditore non siamo noi, ma Rai Com, quindi non è il nostro lavoro ma è evidente che questo è un film che va visto. Come Pinocchio del resto, che è venduto da Han Way, che pure va visto. Sono film che comportano dei rischi a comprarli a priori ma quando li vedi è un’altra storia. E Freaks Out in particolare va visto, perché Mainetti non è un nome come lo è Garrone, ha fatto un film bello e di successo ma solo uno.

Tutte le informazioni che sappiamo finora sul film sono disponibili in questo speciale.

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