Quello che sia Chris Buck, Jennifer Lee (registi e sceneggiatori) che Peter Del Vecho (produttore) ripetono e su cui concordano nell’incontro di presentazione a Roma di Frozen 2 – il Segreto di Arendelle è che questo sequel e Frozen sono un unico film, uno spettacolo in due atti, un’unica storia di scoperta di se stessa, di indagine sul passato e cambiamento verso il futuro che viene raccontata in due film separati.

Alla conferenza stampa, seduti accanto ad alcuni dei doppiatori italiani (Enrico Brignano, Serena Rossi) e a Giuliano Sangiorgi che canta la canzone sui titoli di coda, i tre hanno spiegato le ragioni di un sequel e le spinte dietro questo film.

JENNIFER LEE: “Dopo il primo film era rimasto tantissimo da raccontare. A partire da cosa sia successo ai loro genitori fino a che futuro abbiano queste due sorelle. Lo scopo di questo secondo film è proprio quello di raccontare dove possano andare due donne con le loro forze”

CHRIS BUCK: “Lo vedi anche a livello musicale, le canzoni sono quelle che potrebbero stare nel secondo atto di un musical di Broadway. Siamo andati più in profondità cercando più sentimento e più dramma”

PETER DEL VECHO: “Vedetela così: molti di noi hanno delle figlie al college e nel primo film è stato come se Anna ed Elsa si fossero laureate. Ora cosa le aspetta?”

Come avete lavorato sui costumi?

CB: “Il nostro scenografo e i nostri costumisti hanno fatto un lavoro pazzesco. Considera che ci sono 4 nuovi costumi ognuno dei quali ha avuto almeno 100 versioni di prova. Abbiamo cercato di usarli per mostrare i personaggi come più maturi”

Cosa è rimasto di John Lasseter dopo il suo allontanamento dalla Disney?

JL: “John aveva avuto il grande merito di mettere insieme una squadra pazzesca di filmmaker. Quando è stato il momento del passaggio di consegne ci siamo guardati negli occhi e ci siamo aiutati passandoci consigli, osservazioni e indicandoci a vicenda il percorso migliore. Io stessa cerco di tenere uniti tutti i filmmaker che ora lavorano alla Disney. La cosa buona è che ci conosciamo bene e avere una profonda conoscenza degli artisti con cui lavori ti aiuta a conoscerne i punti di forza”

È stupita del fatto che oggi, al cinema, l’animazione sia il genere che tratta i temi più seri?

JL: “Quello che amo dell’animazione è la sua capacità di trascinarti fuori dal tuo mondo e consentirti di vederlo da fuori, così da poterci riflettere sopra meglio. Fu un’idea di Chris, per il primo film, quella di affrontare una sfumatura diversa dell’amore rispetto al solito, quella dell’amore familiare e non romantico. Ma il cuore di questi film è l’esigenza di risolvere da sé i propri problemi. Queste due donne sono a capo di un regno. Non è una questione di balli di corte ma di responsabilità, per questo è importante mostrare che sono giovani e possono sostenere queste responsabilità. Ci riescono trovando per l’appunto la forza nell’amore familiare. Quando penso a come sono cresciuta vedere un personaggio che conta soprattutto su se stessa è qualcosa che davvero ispira”

Nel film c’è la convivenza tra popoli, c’è il genocidio, c’è la morte… Quando avete deciso di optare per un’architettura così complessa?

CB: “Viviamo in questo mondo come gli altri e lo ascoltiamo per portare dentro la storia le questioni che noi e i nostri figli affrontiamo. È qualcosa su cui discutiamo parecchio. Prendiamo molto seriamente il potere dell’animazione, cosa abbia da dire ai più giovani”.

JL: “Il tema principale però è il cambiamento, non averne paura e anzi saperlo accogliere. Di certo non volevamo una predica né era nostra intenzione spiegare come ci si debba muovere per arrivare al cambiamento, volevamo indicare quali sono i problemi che tutti affrontiamo, quelli attraverso navigano le due protagoniste”.

CB: “Esatto, niente prediche, guarda come abbiamo trattato Elsa. È molto collegata alla natura per via del suo potere con il ghiaccio, collegata anche con aria, terra, fuoco e acqua. Ma anche noi siamo collegati alla natura e dovremmo ricordarcelo più spesso”.

Si parlava di una possibile relazione omosessuale per Elsa, è un’eventualità?

JL: “Non è proprio il momento per Elsa per una relazione omosessuale, il centro di tutto adesso è il rapporto con sua sorella e capire se stessa, questo è il punto cui siamo arrivati. Per questo ci concentriamo sull’amore fraterno”.

C’è un piano per un terzo film?

CB: “Ce lo chiedono spesso ma la verità è che abbiamo appena finito il secondo e finire un film è come finire una maratona. Sei esausto. Dopo il primo film ci è voluto un anno per decidere di fare il secondo, dobbiamo ricaricarci e reinnamorarci dei personaggi. Dovete chiedercelo tra un anno”.

JL: “Come ho detto volevamo che i due film fossero un unico viaggio e per quanto mi riguarda penso di aver raggiunto la fine”

Potete commentare la notizia qui sotto o sul forum.

Classifiche consigliate