La domanda più geniale di tutta la permanenza triestina di Sasha Grey l’ha fatta un ragazzo del pubblico, durante il Q&A successivo alla proiezione di Open Windows, il film con lei e Elijah Wood presentato qui al Science + Fiction festival in cui ad un certo punto c’è un piccola scena di nudo parziale: “Ti sei sentita a disagio nel girare le scene di nudo?” la sala stipata di circa 900 spettatori in prevalenza maschi tra i 20 e i 35 è esplosa in un applauso ancor prima della risposta. Era lo sfogo di qualcosa che si avvertiva distintamente nell’aria, un desiderio inespresso di menzionare quel che per pudore non si menziona alla presenza di Sasha Grey, ma che si vorrebbe affrontare, specie in quella che stava diventando una pseudocaserma.

Prima di quella domanda che ha rilassato tutti (forse anche lei stessa) con una grande risata liberatoria ci sono stati attimi (brevi eh!) in cui anche il moderatore del Q&A faceva fatica a placare il vociare che montava ad ogni vaghissimo accenno di doppio senso (e davvero tutto sembrava un doppio senso a quel punto!). Per 2-3 secondi vedere sul palco Sasha Grey e sentire quel vociare potente e disinteressato a quel che faceva ha avvicinato quel che vivevamo al finale di Orizzonti di Gloria.
Era prevedibile in un certo senso e in un altro anche abbastanza comprensibile (quando mai capita una situazione simile? Poco meno di 900 ragazzi tutti insieme davanti a Sasha Grey!), ad ogni modo a quel punto si erano già svolte le interviste per la stampa, avevamo già fatto le nostre domande nel pomeriggio e vi avvertiamo che non ce n’è stata nessuna a livello di quella appena raccontata.

Ha smesso di recitare nei film porno nel 2009 e si è data all’altro cinema, non ha mai pensato di rimanere in quell’ambiente in cui era una stella magari in altra veste?

Il problema è che non sono brava a capitalizzare, in ogni senso, il business per me è sempre secondario. Ad ogni modo nel 2009 ho dato vita ad una compagnia di film per adulti in cui scrivevo e dirigevo film, l’ho fatto perchè avevo raggiunto i miei obiettivi come performer, ma la società è fallita e a quel punto le mie opzioni erano o mettere in piedi un’altra società oppure continuare la mia carriera nel cinema normale.

Ha lavorato con Soderbergh in The Girlfriend experience ma poi non è più riuscita a rimanere con autori di quel livello…

Ho una passione per i film che è passionale e non industriale. La cosa che amo della recitazione è che crea opportunità che per me prima non esistevano. Non è facile ma penso sempre di poter arrivare a trovare script interessanti sia da registi come Soderbergh sia da esordienti. Quattro anni fa mi sono preparata per un film d’azione importante della Columbia che poi non si è più fatto, capita ma ho capito che è una cosa che mi piacerebbe molto fare.

È vero che sta immaginando un film biografico su se stessa?

È un progetto che esiste, ho iniziato quando avevo 18 anni assieme a Tommy Pallotta che rimase molto colpito dalla seriesasha grey7 up. È un documentario che abbiamo iniziato senza troppo impegno, girando molto tra i 18 e i 21 anni [ora ne ha 26 ndr]. Quel footage lo abbiamo e magari lo riprenderemo in futuro ma non ho fretta. Abbiamo anche parlato di sperimentare molto con la parte visiva, perchè entrambi non amiamo i documentari troppo parlati con solo interviste. Ad ogni modo ci prenderemo il nostro tempo e non so cosa succederà.

Le è servito aver avuto successo nel porno prima di intraprendere altre carriere?

Sicuramente e in molte maniere diverse, anche se nella musica e nella letteratura il mio passato è più accettabile che nel mondo del cinema tradizionale. Ad esempio con Nacho Vigalondo [regista di Open Windows ndr] abbiamo messo in chiaro da subito come il mio passato avrebbe dato al personaggio di Open Windows uno strato interpretativo maggiore. Ovviamente col tempo diventa un problema e ho già rifiutato molti ruoli solo fisici.
Alle volte capita quando vado a mettere i dischi che la gente non balli ma mi guardi immobile e faccia foto, a prescindere dal tipo di musica che metto. Capisco anche che le cose non cambiano da un giorno all’altro, occorre tempo. A proposito ho finito ora un singolo House con Jayceooh intitolato Heat of the night, è online gratuito.

Il personaggio di Open windows in particolare secondo te beneficia del tuo passato professionale?

Non saprei. Quando ero adolescente o preadolescente non avevo nemmeno un PC in casa, usavo internet a scuola per 20 min al giorno, quindi non è mai stato parte della mia identità crescendo, lo è ora ma sono vecchia. Il mio passato tuttavia rende il personaggio più interessante ed è divertente quante strizzate d’occhio ci siano senza che si rovini il ruolo.

Nella sua attività di scrittrice invece cosa la ispira?

Per The Juliette society ci sono stati tre libri che mi hanno influenzato nella costruzione della storia e del personaggio: Candido di Voltaire, The Philosopher di Jean-Baptiste Boyer d’Argens e Angela Carter. Volevo qualcosa di classico aggiornato, rendere contemporaneo ciò che mi piace. Ah! E ovviamente anche Le 120 giornate di Sodoma, desideravo qualcosa di eterno che racconti una società particolare ma fosse rilevante anche rispetto all’oggi. Ci ho messo molti riferimenti ai media e alla pop culture e spero che lo si possa leggere ancora tra 50 anni.
Ho anche appena scoperto Gabriele D’Annunzio, solo 3 anni fa. L’anno scorso sono stata sul lago di Garda e ho comprato una sua biografia, questa volta in inglese e ho scoperto come l’essere stato italiano (e non francese per dire) abbia reso più difficile la sua diffusione in altri paesi. Infatti è incredibile che non ne avessi mai nemmeno sentito parlare.