Il regista Brian Andrew Mendoza ha compiuto il suo esordio alla regia di un lungometraggio con Sweet Girl, film con star Jason Momoa e Isabela Merced in arrivo il 20 agosto su Netflix.

Nel thriller si assiste a quello che accade quando devoto padre di famiglia Ray Cooper (Jason Momoa) giura vendetta contro la società farmaceutica responsabile di aver ritirato dal mercato un potenziale farmaco salvavita poco prima che la moglie (Adria Arjona) morisse di cancro. Ma quando la ricerca della verità lo porta a un incontro letale che mette sia lui sia la figlia Rachel (Isabela Merced) in grave pericolo, la missione di Ray diventa una ricerca di vendetta per proteggere quel che resta della sua famiglia.

Mendoza, che da tempo collabora come produttore con Momoa, ci ha rivelato qualche dettaglio del lavoro svolto sul set e nella fase di post-produzione compiuta durante il periodo della pandemia, svelando le sfide affrontate e gli ostacoli superati.

Il film propone molta azione e dà spazio anche alle emozioni, è stato difficile gestire questo equilibrio, in particolare essendo alla tua prima prova come regista di un lungometraggio? Si è trattato di una sfida ed è stato un po’ complicato. L’elemento principale su cui mi sono concentrato era il rapporto tra padre e figlia e concentrarmi sul cuore del film. Ho provato la sensazione che tutto il resto sarebbe andato al suo posto se ci si fosse emozionati realmente per questi due personaggi e capito cosa stanno affrontando, ma poi avendo anche le lotte e l’azione, se c’è un’evoluzione dei personaggi questi elementi sono ancora migliori perché sai il motivo per cui stanno combattendo e c’è del coinvolgimento da parte degli spettatori.

Come è stata l’esperienza di lavorare con Jason Momoa in veste di regista dopo una lunga amicizia e collaborazione dal punto di vista produttivo? Poter collaborare con Jason anche in veste di regista è stato bello. Abbiamo una casa di produzione insieme da oltre 12 anni e abbiamo realizzato alcuni film insieme in cui ero semplicemente il produttore, e abbiamo fatto degli spot… Immagino che il vero problema con questo progetto fosse che si voleva evitare di realizzare un film deludente perché non è una situazione in cui se accade non rivedrai più la persona con cui lavori. Quindi sì, è stato un po’ stressante perché volevo essere all’altezza e non deludere il mio miglior amico e volevo realizzare il miglior film possibile e che fosse qualcosa di cui fossimo entrambi molto orgogliosi.

Sweet Girl è stato completato durante la pandemia, è stato difficile affrontare la fase del montaggio a distanza? Abbiamo dovuto lavorare al montaggio da casa ed è stato comunque complicato perché abitualmente sei nella stessa stanza con il montatore e il suo team e possono nascere delle conversazioni, certe scelte emergono in modo naturale mentre si lavora e si stanno facendo delle prove. Quando si sta invece guardando il lavoro sullo schermo di un computer è difficile avere una situazione di quel tipo, diventa più complicato capire in che direzione muoversi. Sono però felice che ci sia una tecnologia che permette di farlo e lavorare a distanza anche durante un periodo così complicato.

SWEET GIRL (L-R): JASON MOMOA (PRODUCER) as RAY COOPER, ISABELA MERCED as RACHEL. Cr: CLAY ENOS/NETFLIX © 2021

La fotografia del film è davvero particolare e contribuisce in maniere significativa a creare l’atmosfera della storia, come avete lavorato a questo elemento? Abbiamo fatto un lavoro davvero accurato su quell’aspetto e il nostro direttore della fotografia è fenomenale: Barry Ackroyd ha lavorato a film come The Hurt Locker, Jason Bourne, The Old Guard… Semplicemente è fantastico. Abbiamo girato con tre telecamere la maggior parte del film ed è stato molto impegnativo perché volevamo realmente creare un’atmosfera specifica, come accaduto in altri suoi film. Ma non mi piace realmente camminare arrivando alle spalle degli attori quando stanno parlando e in certe scene c’era questa possibilità. Quando stai lavorando su un set con Barry Ackroyd è fantastico perché non obbliga in nessun modo gli attori, li segue e trova un modo davvero naturale di far evolvere le scene. Mentre stai girando i primi ciak non è qualcosa che si fa abitualmente poter dire ‘Okay, abbiamo questi angoli, ora possiamo spostarci qui, usare questa prospettiva’… Ci siamo poi concentrati realmente sulla luce: abbiamo girato un’intera sequenza che volevamo fosse ambientata nelle prime ore del giorno, all’alba, ed era ambientata in un motel. E ci sono altri momenti come quello in cui la luce crea davvero la giusta atmosfera. In più anche io amo la luce blu, abbiamo cercato di sfruttare la luce tipica della fine delle giornate al tramonto. C’è stato molto su cui abbiamo lavorato e amo l’aspetto finale del film.

Sweet Girl verrà distribuito in streaming, avete tenuto in qualche modo in considerazione che l’esperienza degli spettatori sarà diversa rispetto alla tradizionale visione sul grande schermo? Il fatto che qualcuno lo vedrà sullo schermo di un iPad o di un telefono è qualcosa a cui comunque si pensa sempre, già l’esperienza di vederlo usando la televisione è differente: si tratta di tre diversi mezzi e con schermi dalle dimensioni molto diverse, quindi anche durante il montaggio non consideri in modo specifico questo elemento. Lo abbiamo girato come avremmo fatto se fosse stato destinato al grande schermo, alle sale più avanzate tecnologicamente. Un aspetto che spero però gli spettatori tengano in considerazione è il suono: a prescindere dal modo in cui verrà visto spero che usino delle ottime cuffie o sistema audio perché il sound design contribuisce in modo significativo all’esperienza ed è uno degli elementi di cui sono maggiormente orgoglioso. Il mio team ha compiuto un lavoro incredibile e spero che venga comunque notato e valorizzato.

Stai già lavorando a nuovi progetti come regista? Sto attualmente lavorando al mio prossimo film, sarà un progetto più “piccolo” rispetto a Sweet Girl. Spero che le persone apprezzino questo progetto perché vorrei realmente realizzare altri lungometraggi, amo molto questo lavoro.

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