Intervista a cura di Jacopo Iovannitti

In occasione nella 15esima edizione della View Conference, il principale evento italiano dedicato alla computer grafica, l’animazione, i videogiochi e gli effetti visivi, abbiamo avuto l’opportunità di intervistare Patrick Osborne, Regista di Feast (in Italiano Winston), il corto che accompagnerà il cartoon Big Hero 6 nei cinema italiani a Natale (e che abbiamo visto assieme a 30 minuti del film).

Nel mondo animato dei WDAS abbiamo sempre visto il rapporto cane-uomo o più generalmente animale-uomo. Cosa troveremo di diverso nel tuo Feast?

L’idea per Feast è cominciata quando ho deciso di provare a riprendere tutti i miei pasti. Questo nel dicembre del 2012, più o meno. La cosa più importante per me è sottolineare la storia della famiglia attraverso i pasti (colazione, pranzo e cena). È un momento molto importante, con i suoi suoni, l’acqua che viene versata, i bicchieri e le posate che si muovono. Una delle sfide più grandi è stata quella di creare proprio attraverso i pasti i lrapporto uomo-cane. Volevo creare qualcosa di diverso dal solito e l’idea di inserire un cane sotto il tavolo e quindi che vivesse insieme la vita della famiglia attraverso i pasti mi sembrava carino. Ovviamente il pasto che ha più importanza è quello del cane. E ne troverete diversi tipi, da quelli più salutari a quelli spazzatura. Per esempio, Spaghetti, Maccheroni e Nachos.

Presso i Walt Disney Animation Studios hai lavorato a Feast e precedentemente a Paperman, utilizzando la tanto apprezzata tecnica Meander. 
Credi che questo sia il futuro dell’animazione?

Solo in parte, ma sì. Pensa a quando è stata inventata la fotografia. Si era ipotizzato che il ruolo dei pittori sarebbe stato sostituito da questa tecnica. Eppure non è stato così. È semplice replicare la foto, esattamente con le stesse caratteristiche. Ma così facendo diventa tutto noioso. Si ha una copia della realtà, non una re-interpretazione come quella che abbiamo con dei quadri, impossibili da riprodurre in modo identico. La Computer Grafica punta a simulare la realtà, ma in questo modo potrebbe annoiare. Per questo unirla a uno stile pittorico (che è quello che facciamo) permetterà all’animazione di esplodere nei prossimi anni, con artisti che saranno sempre più bravi e competenti nel riportare la realtà aggiungendo qualcosa di più.

Hai qualche progetto in mente? Così ti riserverà il futuro?

Ogni anno ai Walt Disney Animation Studios realizziamo un cortometraggio che precederà al cinema i nostri lungometraggi. Al momento ci sono 78 nuove idee. Tuttavia, adesso come adesso, non sto partecipando a nessuno di questi progetti perchè sono impegnato nella promozione di Feast. Vedremo…

Tu sei passato dal produrre al dirigere animazione. 
Qual è il ruolo che preferisce e quali sono le differenze sostanziali, secondo te?  

Faccio l’animatore da 6 anni e questo è il ruolo che preferisco. È molto divertente e soddifacente in quanto si lavora solo per se stessi. Sono quindi in grado di gestire da solo il lavoro e di esser più libero e creativo. Al contrario il regista tenta di controllare il lavoro di tutti e che questo venga svolto in modo corretto. Non ha una mansione precisa, è solo un supervisore. Conta quindi più il risultato collettivo.

In Paperman non c’è colore, in Feast si. Quali sono state le differenze nella realizzazione?

Jeff Tarley è un bravissimo pittore. Con lui abbiamo deciso di utilizzare finalmente il colore in Feast. Cosa che in Paperman non è avvenuta, utilizzavamo solamente la scala di grigi ed una punta di rosso. Adesso però ci siamo riusciti. Solo perchè Jeff ha un talento pazzesco e io volevo che i suoi lavori ed il suo talento fossero visti da tutti. Per questo motivo ci siamo impegnati ed abbiamo deciso di usare il colore.

Una domanda piuttosto banale per concludere. A chi ti ispiri?

Glen Keane (leggi la nostra intervista, ndr). La Sirenetta è stato il primo film dei Walt Disney Animation Studios che ho visto ad 8 anni. E ora ho avuto l’onore di lavorare con lui.

 

 

Questa la sinossi di Big Hero 6:

Il film racconta la storia dell’enfant prodige esperto di robot Hiro Hamada, che impara a gestire le sue geniali capacità grazie a suo fratello, il brillante Tadashi, e ai suoi amici: l’adrenalica Go Go Tamago, il maniaco dell’ordine Wasabi No-Ginger, la maga della chimica Honey Lemon e l’entusiasta Fred.

Quando una serie di circostanze disastrose catapultano i protagonisti al centro di un pericoloso complotto che si consuma sulle strade di San Fransokyo, Hiro si rivolge a Baymax, e trasforma il suo gruppo di amici in una squadra altamente tecnologica, per riuscire a risolvere il mistero.

L’uscita è fissata, negli USA, per il 7 novembre 2014, mentre in Italia arriverà il 18 dicembre anche in 3D.