Intervista a cura di Jacopo Iovannitti

 

Alla 15esima edizione della View Conference, noto evento italiano sul mondo della computer grafica che, come consuetudine, si sta svolgendo in questi giorni a Torino, abbiamo avuto l’onore d’intervistare il canadese Rob Coleman, Head of Animation del recente film prodotto dai Warner Bros. Studios, The Lego Movie, nonché autore degli effetti speciali della seconda trilogia della nota saga cinematografica di Star Wars.

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Ciao Rob! Uno dei tuoi ultimi lavori è stato quello di Head of Animation in The Lego Movie. Come descriveresti questa esperienza viste le sfide tecniche che il lungometraggio presenta? Quali sono state le difficoltà maggiori?

Prima di tutto i registi (Phil Lord e Chris Miller) hanno messo subito in chiaro una cosa: i mattoncini devono essere animati, non come quelli usati per i precedenti film dove si è tentato di simulare una sorta di stop-motion. Senza dubbio la sfida più difficile è stata quella di realizzare il volto dei personaggi. Ad esempio, Emmett, il protagonista, deve riuscire ad emozionare e deve essere in grado di collegarsi con il pubblico attraverso un rapporto empatico con il pubblico solamente con due puntini (gli occhi) ed una linea (la bocca).

E’ stata da poco diffusa la notizia che uscirà prima The Lego Batman, rispetto al sequel di The Lego Movie. Tornerai anche in questo progetto o direttamente nel sequel?

Ho saputo di questa notizia leggendo Hollywood Reporter. Non ne sapevo nulla, tuttavia sono davvero soddisfatto per il potenziale di The Lego Batman. So che i Warner Bros Studios sono interessati anche ad altri film come il sequel di The Lego Movie o The Lego Ninjago. Dovrebbero essere in fase di scrittura e non vedo l’ora di leggerli e poter dare il mio contributo a questi nuovi progetti.

Nella tua carriera ti sei occupato anche dell’animazione della seconda trilogia di Star Wars. Com’è stato realizzare personaggi entrati nella quotidianità come Yoda?

Sono stato molto fortunato perché ho lavorato con un grande e talentuoso team, oltre che con George Lucas. Yoda era un personaggio già amato… persino da me, che a 13 anni fui affascinato da lui quando vidi il primo film della saga, a 16 il secondo e così via… Ri-creare Yoda in animazione digitale, dunque, è stato davvero emozionante, perché non solo dovevo pensare a come farlo saltare, correre o combattere, ma dovevo anche tornare indietro e rendere credibile un personaggio già conosciuto, fino ad allora rappresentato da un semplice manichino, studiando il suo modo di atteggiarsi, il suo linguaggio e via dicendo. E’ stata una grande responsabilità!

Qual è la scena che preferisci nella trilogia di Star Wars alla quale hai lavorato?

Ah, una domanda difficile! E’ complicato scegliere una sola scena fra tre famosi film come quelli di Star Wars. Quando andai a vedere fra il pubblico il primo film della saga alla quale collaborai, però, ricordo in particolare che rimasi stupito ed adorai la reazione di questo alla battaglia di Yoda. Eravamo insicuri della riuscita viste le difficoltà già citate. Tuttavia la reazione del pubblico fu positiva. Quella probabilmente è la mia scena preferita.

Ultima domanda. Cosa hai provato quando nel 2002 sei stato nominato da Entertaiment Weekly una delle persone più creative al mondo?

Anche questa è una domanda difficile! *risata*Sono stato una persona fortunata. Ho lavorato duramente ed ho incontrato sulla mia strada colleghi pieni di talento. Questo, dunque, lo vedo come un riconoscimento al lavoro di quadra. Dagli addetti alle luci a quelli alla composizione. Tutti! E’ uno sport di squadra dove tutti devono collaborare e per me è un onore rappresentarli.