M. Night Shyamalan è tornato.
Quello che probabilmente è il più grande talento sprecato del cinema contemporaneo, emerso con due film diversi, ma ugualmente dirompenti come Il Sesto Senso e Unbreakable (il primo clamoroso e inarrestabile, il secondo più difficile e di nicchia), dopo quegli exploit non è più riuscito a mettere la sua tecnica magistrale al servizio di storie che avessero un senso, non è più riuscito ad eludere il grande problema che si nasconde nel suo storytelling: il ridicolo. I suoi film sono stati un declino inesorabile fino a After Earth, pietra tombale che pareva la chiusura definitiva di una carriera. Invece Jason Blum, il produttore più interessante e inventivo dei nostri anni, l’ha recuperato e gli ha affidato un progetto dei suoi, uno con un budget minuscolo (5 milioni di dollari), nessuna star e il mandato di lavorare quasi solo in una casa nello stile found footage. Il risultato è lo Shyamalan dei tempi migliori.

The Visit innanzitutto non è un film fatto in ...