Chi ha visto In Bruges non se l'è più dimenticato.
Il primo lungometraggio di Martin McDonagh, benchè fosse una produzione di nicchia (nonostante un cast composto da gente come Colin Farrell, Ralph Fiennes e Brendan Gleeson), si è imposto all'attenzione di tutti per la maniera particolare con la quale raccontava un universo tragicomico, in cui tragedia e commedia convivono negli stessi istanti, continuamente.
Scrittore e regista, McDonagh sembra più il primo che il secondo, proprio per questa capacità di inventare script dalla mescolanza precisa, che senza la facile scappatoia del grottesco (l'artificio che muta sempre in comico il tragico), cercano di riportare la comicità alla sua più nobile missione, grazie alla collaborazione con il tragico: interpretare il mondo.
Anche 7 psicopatici è su questa linea, ma va ancora più avanti con le intenzioni nel momento in cui si prefigge di mescolare anche re...
Spiazzante, unico e soprendente, Martin McDonagh torna dopo In Bruges con un'altra tragedia comica, capace di mischiare tutte le carte per arrivare a furia di risate a nuove consapevolezze.
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