A Hero, la recensione | Cannes74

La verità, quella universale, oggettiva e chiara non esiste. Almeno non esiste nelle questioni degli uomini. Asghar Farhadi, per dimostrarlo, crea trame complicatissime, intrecciate e plausibili come storie reali, in cui però ci oscura dei dettagli mettendoci sullo stesso piano dei personaggi, per dimostrarci la conoscenza del mondo è un’illusione e più si indaga più si scopre che la ragione è un concetto relativo.
Chi ha visto anche solo un suo film (Una separazione, Il cliente, Tutti lo sanno) sa bene come proceda questo regista. Questa volta il punto è una borsa contenente delle monete d’oro trovata e consegnata alla proprietaria che l’ha persa. A ridarla è un uomo che è in carcere per debito, durante una giornata di libertà. Non intasca i soldi che gli servirebbero, ma anzi li ridà, la cosa lo rende un personaggio mediatico, un eroe che tutti innalzano. Almeno fino a che qualcuno non avanza l’ipotesi che sia tutta una truffa e lui, per avere il lavo...