La recensione di Acque profonde, dal 18 marzo su Prime Video

Lo aveva capito David Fincher in L’amore bugiardo – Gone Girl: per far recitare bene Ben Affleck bisogna affidargli personaggi in balia degli eventi, sopraffatti, in cui fare leva sulla sua faccia perennemente sbalordita di fronte a quello che gli accade intorno. Se n’è ricordato Adrian Lyne, che sovente ha ritratto uomini zittiti di fronte alla presa di posizione femminile (come il Mickey Rouke nel finale di 9 settimane e ½) o direttamente soggiogati dal loro ruolo attivo (Micheal Douglas in Attrazione fatale). Nel suo nuovo lavoro, Acque profonde, Affleck interpreta Vic Van Allen, uomo sposato con l’affasciante Melinda (Ana de Armas). L’asfissia dell’ambiente domestico è chiara dalle prime scene, quando la donna, sempre sull’orlo di una crisi di nervi, non riesce a imporre niente alla figlia. La crisi di coppia è dovuta ai frequenti flirt di Melinda, per cui l’uomo è costantemente sull’attenti. Turbato ma incapace di ...