La recensione di Aline – La voce dell’amore, il film di Valérie Lemercier dal 20 gennaio al cinema

Lo (pseudo) biopic di Céline Dion è un’opera che vive e fa leva su scoperte contraddizioni. Una trasposizione non autorizzata, solamente “ispirata” alla vita della star canadese (la protagonista si chiama Aline Dieu e anche tutti gli altri nomi delle figure coinvolte sono cambiati) che include però riferimenti ironici ai fatti reali: il produttore che la vede per la prima volta la chiama per errore Céline e sulla cover di un disco la canzone “La voix du Bon Dieu” (traccia principale dell’album d’esordio di Dion) diventa “La voix du Bon Dion”. Allo stesso tempo, Aline – La voce dell’amore ne percorre pedissequamente le tappe della vita e della carriera: l’infanzia in una famiglia di umili origini del Québec con 14 fratelli più grandi di lei; il successo a 12 anni, la relazione con il suo manager poi diventato suo...