La recensione di All The Streets Are Silent, al cinema dal 18 luglio
C’è una serie sterminata di figure che costella l’universo culturale e artistico raccontato in All The Street Are Silent: si tratta di rapper, dj, skater, gestori di club, filmmakers… tutti provenienti dalla scena underground newyorkese a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, e tutti quanti attori di un periodo di transizione e di eccitante fermento attorno all’hip hop, allo skateboarding e alla street culture che hanno fatto rinascere New York dopo gli Ottanta (quelli invece della dance, di Warhol, di Basquiat e di Haring).
In questo documentario diretto da Jeremy Elkin e narrato dallo skater/filmmaker Eli Gesner (da cui provengono anche la maggior parte delle immagini d’archivio usate) c’è davvero tantissima materia narrativa: il fermento nel raccontare questo pezzo di storia culturale si percepisce anche proprio dalla fretta e dalla foga con cui Elkin lo racconta – eppure, d’altra parte, proprio questa urg...
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