La recensione di Anatomy of a Fall, il film di Justine Triet presentato in concorso a Cannes

Sono anni in cui il film d’ambito legale viene rivisto pesantemente. È impossibile non notarlo dopo l’esplosione a Venezia di Saint Omer, e adesso Justine Triet arriva a costruire su ciò che Alice Diop ha sperimentato con l’obiettivo di tradurre quelle idee di secchezza e freddezza procedurale in un film più commerciale, più attento allo spettatore, meno radicale ma anche più replicabile. Anatomy of a Fall spiega fin dal titolo cosa intenda fare: prendere un incidente che vediamo sommariamente all’inizio della storia (in Saint Omer per esempio non vedevamo mai il fatto al centro del processo), e impostare su di esso tutto lo scavo del processo. Un marito e padre è morto cadendo dal primo piano della sua villetta, la dinamica è strana, non sembra sia potuto solo cadere, forse qualcuno lo ha colpito prima e spinto dopo. Per scoprire se è così e chi sia stato è necessario scavare nelle motivazion...