Bad Trip
26 marzo 2021 su Netflix
Con Kitao Sakurai dietro la macchina da presa, lo stand-up comedian Eric André si presta in Bad Trip a un’operazione surreale e caotica, che mescola lo scherzo da candid camera (dove gli attori mettono in situazioni imbarazzanti o spiacevoli persone che non sanno di essere riprese) alla costruzione di una trama lineare di chiara fiction, creando un road movie sull’amicizia visto nell’ottica della commedia surreale, che fa della comicità animalesca e fisica la sua marca distintiva. Il risultato, tuttavia, è negativamente spiazzante. Bad Trip infatti confonde continuamente lo spettatore su quale sia il suo vero livello di finzione, cercando di restituire la realtà di gag che al contrario sembrano fintissime (appunto le candid) e cercando allo stesso tempo, con la trama principale, l’empatia tipica della finzione. Né la realtà né la finzione vengono però compiute fino in fondo e Kitao Sakurai si ritrova in un gran bel pasticcio da cui non gli è più possibile uscire.
La storia parla di Chr...
Se la comicità animalesca e sempre sessualizzata può non essere per tutti, il grave problema di Bad Trip è il modo in cui il regista Sakurai pensa la forma stessa del film, utilizzando il linguaggio della candid camera in modo controproducente e mai funzionale alla trama.
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