Beata Ignoranza
di Massimiliano Bruno
23 febbraio 2017
In televisione, sui giornali, nei libri e poi anche nel cinema esiste un’opposizione che non si ritrova nella vita reale. È quella tra chi è estraneo alla tecnologia, a favore dei tramonti, i libri, le poesie e le panchine nei parchi e chi invece è vittima dei social media, sempre su facebook, inadatto ai rapporti sociali, incapace di staccarsene come ne fosse malato. Su quest’opposizione inesistente e per questo inadeguata a raccontare la nostra realtà, anche solo in una commedia si basa tutto Beata Ignoranza.
Gassman interpreta il malato di tecnologia e Giallini il passatista, nell’intreccio dovranno forzarsi a fare l’opposto. Neanche a dirlo il primo si troverà tutto sommato bene senza tecnologia, mentre il secondo ne diventerà dipendente da che la disprezzava. La figlia che hanno in comune (pare sia di uno dei due, poi ci dicono che dell’altro, poi invece no, che era del primo) essendo una giovane è l’unica ad avere un rapporto sano con internet, il digitale e i social network. All...
Creando la solita inesistente opposizione tra tecnologia e vita vera, Beata Ignoranza ripete gag senza inventiva, appoggiandosi ai suoi soli protagonisti
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