Beckett, la recensione – Locarno74

Con un inizio intimo, pieno di questioni in sospeso, colpe e illustrazione dei caratteri dei due amanti protagonisti, Beckett prova con una certa forza a stabilire delle premesse più approfondite del solito, più europee, per quella che invece sarà una storia che si muove dentro lo scheletro di un genere (e sotto-genere) altamente codificati. È il cinema di americani come tanti soli e nei guai in Europa. È Frantic (nei suoi momenti migliori).
Il Beckett del titolo è un programmatore in vacanza in Grecia con la fidanzata, che in un incidente d’auto vede per un attimo qualcosa che non doveva vedere e ha la sventurata idea di raccontarlo alla polizia, la quale è coinvolta nella questione e tenta di ucciderlo. Non ci riesce, e così inizia la caccia.
La Grecia però non è solo un posto con una lingua (e dei caratteri) che Beckett non comprende minimamente, è anche un paese in tumulto, uno in cui le sanzioni dell’Unione Europea hanno creato sacche di re...