Belle, la recensione | Cannes74

Nei film di Mamoru Hosoda è sempre tutto doppio. Doppie sono le nature o le identità dei personaggi, doppi sono i mondi (tra cui si salta volentieri), doppie sono le ispirazioni e doppi i significati. Insomma esaspera un uso del dualismo frequente in molti anime moderni (vale ad esempio anche per il grande successo Your name). Belle in più ha anche una doppia ispirazione, una volontaria e palese (già dal titolo) ovvero La bella e la bestia, una involontaria e più sottile, che è L’incantevole Creamy. Suzu è una ragazza timida ma quando entra in U, un megasocial network in cui la personalità di ognuno va online direttamente, quindi l’avatar prende le forme e le caratteristiche delle singole persone, è Belle e canta con una voce da usignolo che incanta tutti. In un attimo diventa popolarissima, tutti si chiedono chi sia ma nel mondo reale nessuno sa che è lei. La grandezza dell’identità segreta canterina e l’ordinarietà dell’identità reale hanno lo stesso r...