La nostra recensione di Blonde di Andrew Dominik, in concorso alla 79sima edizione del Festival di Venezia
“Sono solo una bionda”, minimizza Marilyn Monroe (Ana de Armas) in una scena a casa della famiglia Di Maggio. Mente, Marilyn; anzi, mente Norma Jean, perché in realtà castana (come De Armas). Marilyn, per come la conosciamo, è effettivamente bionda; ed ecco che comprendiamo, in quella scena, la dualità assoluta tra l’entità Monroe e l’entità Baker. Una dicotomia dolente, una distorsione creata ad arte, nonché uno tra i molti fardelli che la protagonista di Blonde di Andrew Dominik deve portare sulle spalle.
Con la sua non-biografia su Norma Jean Baker alias Marilyn Monroe, il regista australiano fa una scommessa rischiosa e destinata a trovare parecchi detrattori: rappresentare il mito senza la confortante rete della filologia, muovendo i propri passi a partire dall’omonimo romanzo del 1999 di Joyce Carol Oates. Blonde è quindi un salto nel vuoto, una libera visione, un sog...
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