La recensione di Brother And Sister, in concorso a Cannes

Non è da tutti riuscire a tenere duro lungo Brother and Sister. Tenere duro e non odiare visceralmente i personaggi verso i quali invece il film è indulgente ai massimi livelli e per i quali chiede di essere indulgente anche al pubblico. Bisogna perdonargli tutto, soprattutto l’odio irragionevole che i due protagonisti provano l’uno per l’altro e in virtù del quale non fanno che parlare di sé e far parlare di sé chi è intorno a loro. Un protagonismo difficile da sostenere, un vittimismo fastidioso e tutto, come detto, appositamente motivato da nulla, da paturnie personali e vanità da artista.

Il fratello e la sorella del titolo infatti sono entrambi artisti, una attrice l’altro poeta (lo so, l’avevo detto che è dura da sostenere) e proprio il successo del secondo ha causato l’odio della prima, che non lo vuole né vedere né sentire, che sanguina se costretta a parlare di lui o peggio sviene come una dama del ‘700. Il punto è che ...