Qualsiasi cosa Paul Verhoeven filmi, sia la fanteria dello spazio, sia un poliziotto robot, sia una spogliarellista, un interrogatorio o una scena medievale, in realtà sta filmando la violenza che abita dentro di noi. Nei suoi film qualsiasi cosa, dalle interazioni ai media (soprattutto i media) è un veicolo di violenza, e questa prende la forma dell’umiliazione, della cattiveria, del cinismo, dell’arroganza o, come in Elle, del grottesco.

Per la prima volta in un film di questo incredibile cineasta olandese dalla vasta carriera hollywoodiana si ride. E parecchio. Si ride della meschinità della protagonista, Isabelle Huppert, manager di una società di videogiochi (indovinate? Violenti!) che tratta tutti con cinismo, sarcasmo e un distacco umiliante. Si ride della violenza vera, cioè dell’assalto che subisce e dello stupro perpetrato ai suoi danni. Si ride infine di chiunque subisca ingiustizie e vessazioni dagli altri.

Elle è un lungo e non sempre piacevole viaggio nell’ordinaria viole...