Quest’agiografia di Rodin non è tanto un brutto film, è un’opera dalla collocazione sbagliata. Un film simile prodotto per la televisione nazionale, per quei canali che si occupano di rafforzare l’identità nazionale, perpetuando il racconto delle grandi personalità francesi, sarebbe anche apprezzabile, sarebbe da considerare molto buono. Al contrario in sala è un disastro perché non parla la lingua del cinema, almeno quella che oggi è la lingua del cinema, e lo fa a partire proprio dal protagonista, Rodin, interpretato da un attore bravissimo, Vincent Lindon, che non interagisce mai davvero con gli altri attori o con l’ambiente ma pensa a sé e alla sua prestazione. Come su un palco teatrale, Lindon incontra altri oggetti o persone ma non ci stabilisce una vera relazione.

È la medesima maniera in cui funzionano le fiction italiane biografiche, lavorando sulle caratteristiche narrative molto riconoscibili (il grande artista affamato di donne e non compreso dai suoi contemporanei eppure i...